Quartieri Airots è qualcosa di intimo che va oltre un semplice luogo dove gli spettatori assistono ad una rappresentazione teatrale. Le persone, la location, il bel clima cordiale rende il piccolo, ma intimissimo teatro un posto speciale. E poi la simpatia immediata con i curatori delle serate , l’attrice e regista Giuliana Pisano ed l’attore Salvatore D’Onofrio. Il contatto tra il pubblico e l’artista che si esibisce, è diretto, l’atmosfera piacevole.
Nerone è una bella e convincente performance affidata al bravo giovane attore Emanuele Cocozza che abilmente interpreta un monologo ideato da Giuliana Pisano, sulle reazioni di un uomo che sente di vivere una vita non sua. Scritto dopo che la stessa Pisano ha condotto un lungo studio sulla travagliata vita dell’Imperatore Romano Nerone ed ispirato al dramma del belga Félicien Marceau, l’autrice ne ricava gli aspetti più significativi, trasferendoli nella vita del giovane protagonista, “Luciano” a cui non è mai piaciuta la sua condizione. Una vita che di fatto nega, identificandosi nel personaggio storico di Nerone che ama particolarmente. La regista ed autrice spiega che Luciano ne prende il nome e forza gli eventi della sua esistenza plasmandoli sul modello di quello dell’imperatore romano, fino a quando, però, il gioco non gli sfugge di mano. A tal punto che non si sa più se sia Luciano a vivere come Nerone o non sia Nerone stesso a chiedere di rivivere attraverso Luciano la sua tragica esistenza. Il protagonista si nasconde nel magazzino della “Roma Giocattoli”, la fabbrica che ama sin da bambino e che, suo malgrado, da grande si trova a dirigere. Lì aspetta per conoscere finalmente quale destino lo attende. Ormai è solo. Nerone ci travolge con i suoi ricordi, con i suoi pensieri, con i suoi dubbi; ci costringe con la sua euforia ad ascoltare il muro di parole che lui costruisce solo per poter sfuggire al pensiero stesso della sua morte. Si ubriaca di parole, ma inutilmente perché la fatica prende il sopravvento e con essa il terrore di non riuscire nel suo progetto di uccidersi. Ma la verità è un’altra. “Quale artista, mondo, stai per perdere!”
A cura di Pino Attanasio