Nell’atmosfera suggestiva e ricca di contrasti della Napoli ottocentesca, con un perfetto equilibrio tra pathos e bellezza, mistero e storia.
Fin dalle prime pagine, il lettore viene immerso in un racconto avvincente che si apre con una descrizione cupa e sinistra, subito sostituita da un’immagine più amena: un fornaio e il suo garzone che portano pane fresco alla chiesa dell’Annunziata, luogo di accoglienza per i bambini abbandonati. Le scene di vita quotidiana e i dialoghi in dialetto napoletano, chiariti poi dalle note, arricchiscono l’autenticità e la vivacità del racconto. La trama del racconto si infittisce attorno alla figura del principe di Montorio, alchimista morto due anni prima della rivoluzione partenopea del 1799 e circondato da leggende che lo descrivono come un mago dotato del segreto dell’immortalità. Nonostante la sua esecuzione pubblica, si dice che il suo fantasma si aggiri ancora per i vicoli di Napoli, in cerca di vendetta. L’indagine è affidata al tenente Angelo Rua, un “detective” che si muove tra miti e superstizioni, cercando di risolvere gli enigmi lasciati dal presunto fantasma. La prosa elegante di Rosario Scavetta riesce a rendere con maestria l’atmosfera ottocentesca della città, conducendo il lettore attraverso i vicoli angusti e le piazze sontuose, tra profumi di fiori e di mare, in un alternarsi di miseria e nobiltà, di lazzari e aristocratici. L’intreccio giallo, avvincente e misterioso, tiene il lettore inchiodato fino all’ultima pagina, rivelando solo alla fine la soluzione dell’intrigata matassa. “Ottocento” Giallo Napulitano è più di un semplice romanzo. È un “saggio-romanzato” che, grazie a una meticolosa ricerca storica e culturale, ricostruisce con precisione il periodo posteriore alla caduta della Repubblica Partenopea del 1799. Scavetta restituisce voce agli anonimi protagonisti di quei giorni insurrezionali, eroi dimenticati della storia, e li riporta in vita con una narrazione avvincente e dettagliata. Un aspetto originale del libro è l’uso del dialetto napoletano dell’epoca, reso però più accessibile per il lettore moderno attraverso note esplicative. Questo accorgimento permette di apprezzare appieno la ricchezza linguistica del periodo, senza rinunciare alla comprensibilità. Rosario Scavetta con Ottocento Giallo Napulitano offre ai lettori non solo un intrigante racconto giallo, ma anche un viaggio nella storia e nella cultura di una Napoli che continua a incantare con la sua vivacità e i suoi misteri.