Nella notte dei Campioni di Castiglion Fiorentino, durante la XXI edizione del Premio Internazionale Fair Play Menarini, brilla la stella del napoletano Fabio Pisacane. Anche a lui, infatti, è stato consegnato il prestigioso premio che quest’anno è andato, tra gli altri, a Franz Klammer, Giancarlo Antognoni, Nicole Orlando, Boban e tanti altri. Ma l’albo d’oro della prestigiosa manifestazione comprende anche i nomi di Michael Schumacher, Francesco Moser, Pietro Mennea, Yuri Chechi, Manuela di Centa, Paolo Rossi, Gianni Rivera, solo per citarne alcuni.
La storia di Fabio Pisacane è nota a tutti: una volontà d’acciaio gli ha permesso di sconfiggere una tremenda malattia, la sindrome di Guillain-Barrè che a soli 14 anni si è accanita contro di lui costringendolo a piu’ di tre mesi in ospedale, portandolo alla paralisi e persino al coma per 20 giorni.
Campione di forza e di determinazione, Fabio ha ripreso gradualmente a giocare e dopo una lunga carriera nelle divisioni minori e in serie B, nel mese di settembre 2016, a trent’anni, il debutto nella massima serie. Molti si sarebbero scoraggiati prima, ma lui no, e oggi veste con orgoglio la maglia del Cagliari. La sua vicenda umana gli è valsa anche il titolo di Calciatore dell’anno da parte del quotidiano britannico The Guardian, ma Fabio è anche campione di onestà e trasparenza perché nel 2011 rifiuta di truccare una partita e grazie alla sua denuncia la Fifa lo nomina Ambasciatore del Calcio Pulito nel Mondo. Ma lui resta il ragazzo di sempre, con i piedi per terra e la testa sulle spalle, al punto che decide di raccontarsi nel volume “Non bisogna mollare mai”. Con questo messaggio, diretto ai ragazzi delle scuole e dei quartieri difficili di tutta Italia, Fabio dice ai ragazzi: “Io ho lasciato la scuola dopo la terza media. Non capivo quanto fosse importante studiare. Ragazzi, non lasciate mai gli studi” .
E Nella notte delle stelle si schermisce così: “Io ringrazio la Menarini per questo riconoscimento, perché mi sprona ad impegnarmi sempre piu’ nel sociale. Chi mi conosce lo sa, mi piace mettermi al servizio del prossimo. Da Napoletano, che conosce le difficoltà di una realtà non sempre semplice, ho dovuto allontanarmi presto da casa e la cosa mi ha fatto soffrire . Ma ho comunque inseguito il mio sogno , quello di diventare un calciatore. Ed è stato solo grazie a un forte impegno che ce l’ho fatta. Per questo voglio dire ai ragazzi che per arrivare a certi traguardi non bisogna mai usare scorciatoie. Solo con il sudore e la fatica si raggiungono gli obiettivi. Questo è il mio messaggio per i giovani, quello che porto in giro anche quando vado a presentare il mio libro. Appena posso torno a Napoli perché lì c’è la mia famiglia, e continuo a fare volontariato nei Quartieri Spagnoli. Perché chi mi conosce bene lo sa: nonostante il successo che ti puo’ arrivare nella vita, per me è fondamentale rimanere se stessi. “
A cura di Simonetta de Chiara Ruffo