Il ringraziamento del presidente della Regione Basilicata Con il garbo personale e lo stile istituzionale che ha contrassegnato il mandato ricoperto in questi ultimi nove anni, Giorgio Napolitano ha improntato anche le sue pitelli 1dimissioni da Presidente della Repubblica a sobrietà, rigore, senso dello Stato”. Lo sostiene il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella (Pd), evidenziando che “Napolitano ci ha reso fieri di essere italiani”.”E nel mentre faccio mia questa sua lezione di vita, al pari dei tanti che in queste ore, a partire da Matteo Renzi, a lui guardano con rispetto e ammirazione – aggiunge il governatore lucano – ritengo doveroso ringraziarlo, sia a titolo personale che per il ruolo che rivesto, per il lavoro fatto in uno dei frangenti più difficili della nostra storia democratica”. Secondo Pittella, “la saggezza con la quale Giorgio Napolitano ha saputo garantire l’unità nazionale, nel pieno rispetto dei valori dettati dalla nostra Carta Costituzionale, ha contribuito a rafforzare, anche sul piano internazionale, la credibilità e il prestigio del nostro Paese, come dimostrano i riconoscimenti tributatigli da molte delle più alte cariche istituzionali del pianeta. Napolitano ci ha reso fieri di essere italiani. E noi lucani, in particolare, gli dobbiamo tantissimo perché anche da Capo dello Stato lo abbiamo sempre sentiti vicino alla nostra regione, in forza di quei sentimenti di stima ed affetto, oltre che di comunanza politica, che sin dagli anni del dopoguerra hanno legato Giorgio Napolitano a molti degli uomini che in Basilicata si sono battuti per la democrazia, il lavoro e l’equità sociale. Sono certo che – conclude il presidente della Regione Basilicata – anche da Presidente emerito egli non ci farà mancare il proprio incoraggiamento a proseguire sulla via delle riforme tracciate dal Governo nazionale, guardando all’Europa come la casa comune di tutti gli italiani, con quello spirito unitario e costruttivo che sono propri di una classe dirigente matura, impegnata a perseguire il bene comune

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