Come altri locali, anche due marchi storici dell’accoglienza e del ristoro a Napoli, il caffe’
Gambrinus e la pizzeria Brandi, si sono arresi alla zona rossa e
hanno abbassato la saracinesca fino a quando la situazione non
evolvera’ verso un ritorno alla normalita’ . Troppa poca gente in
strada: la giornata di ieri, la prima con la Campania di nuovo
in zona rossa, e’ stato un test per valutare che non c’erano le
condizioni per rimanere aperti e cosi’ i locali da oggi chiudono
fino a data da destinarsi. Il Gambrinus rimarra’ attivo con le
vendite o line. “Non c’e’ piu’ nessuno, la citta’ e’ vuota,
spettrale. Siamo in guerra…” dice all’ANSA Massimiliano
Rosati, uno dei soci del Gambrinus. “Aspettiamo con fiducia le
successive tappe della campagna vaccinale, vogliamo riaprire
appena ci saranno le condizioni”. “Viviamo anche in un contesto
che diventa sempre piu’ pericoloso: oltre ai raid e ai furti ai
negozi di Via Toledo si registrano tanti piccoli episodi di
microcriminalita’ “.
Stop temporaneo anche per la storica pizzeria Brandi a due passi
dal Gambrinus e a ridosso della centrale Via Chiaia. “La
pizzeria rappresenta tutta la mia vita – scrive sul profilo
Facebook Paolo Pagnani, con il fratello Eduardo titolare di
Brandi, dove nel 1889 la leggenda vuole sia stata sfornata la
prima pizza margherita – la base della mia famiglia, un luogo di
tradizioni da difendere e conservare come si custodisce uno
scrigno di cose preziose. Ma d’altronde assistere ad un lento
decadimento dovuto a delle restrizioni difficili, con i rapporti
umani ridotti al minimo, non e’ in linea con la tradizione che
abbiamo protetto e sviluppato in circa 250 anni di storia. Ma
vorrei anche rassicurarvi sull’intenzione di riaprire al piu’
presto, appena sara’ possibile lavorare senza restrizioni
inumane, sempre nel rispetto di quei protocolli sanitari ai
quali ci siamo attenuti fin dal primo giorno”. Non basta
l’asporto e il delivery per un’attivita’ dalle caratteristiche
peculiari: “Avevamo 27 dipendenti, ora si sono ridotti di
numero. I costi non ci permettono, ora, di andare avanti. Gia’
con la cosidetta zona gialla si viaggiava su livelli di
‘semisopravvivenza”; ora e’ propria dura'” dice il rappresentante
della famiglia Pagnani.