La manifestazione, in programma dall’8 al 23 giugno, nasce da un’idea dello psicologo-psicoterapeuta Massimo Doriani

Semaforo verde per la II edizione della manifestazione “Arte che cura – I linguaggi della creatività”, la rassegna di eventi organizzati in forma di laboratori, convegni, seminari, stage, mostre, spettacoli, reading, presentazioni di libri ed altro ancora, completamente gratuiti, aperti a tutti i cittadini e rivolta a tutte le fasce di età, adulti e bambini e a tutte le categorie sociali e professionali. Il via venerdì prossimo 8 giugno (ore 9,30), presso la sala della biblioteca di San Domenico Maggiore. La finalità del maxi evento, che nasce da un’idea del dottore Massimo Doriani (psicologo-psicoterapeuta), direttore dell’Accademia “Imago” (sede della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia “Mosaico” di Napoli), è quella di promuovere in modo sempre più ampio l’idea che i processi creativi sottostanti a tutte le arti, se utilizzati con rigorose metodologie, rappresentano un fattore di beneficio e di espressività dell’individuo e dell’intera società. “Questa rassegna sta crescendo – sottolinea Doriani – e, dopo il grande successo della passata edizione, ora sono previsti una sessantina di eventi con ben 30 enti partner e 15 enti patrocinanti. Si sta costruendo una rete, con l’intenzione di ampliarla sempre più, fatta di comuni, scuole, musei, università, enti pubblici e privati, che condividono questa idea. Presso ogni ente partner ci sarà un laboratorio”. Ma la rassegna madre della grande kermesse, organizzata dall’Accademia “Imago” e messa punto grazie all’interesse mostrato dall’assessore alla cultura e al turismo del Comune di Napoli, Nino Daniele, e dal suo entourage, e con il patrocinio dell’Ordine degli Psicologi della Campania, rimane la serie di eventi che dall’ 8 al 23 giugno si svolgeranno presso il complesso di San Domenico Maggiore. Quest’anno i laboratori raddoppiano e verrà dato ampio spazio, oltre alle discipline ben note dell’arte che cura, quali la teatroterapia, musicoterapia, danzaterapia, tangoterapia, psicodramma, eccetera, anche ad ambiti di intervento affrontati con tecniche di arte che cura, tra cui la psico-oncologia o la filosofia esperienziale e tanto altro. Infine un ampio spazio sarà dedicato a ragazzi e bambini dove l’arte che cura assume valenze maggiormente ludiche. “a molti anni – spiega Doriani – sono il direttore di una specializzazione in psicoterapia con lo psicodramma analitico, una tecnica che coniuga la psicanalisi con le potenzialità del teatro, da quello greco alle avanguardie del ‘900. Questa tecnica, che si è dimostrata particolarmente indicata per la cura degli attacchi di panico, ci ha fatto proseguire in direzione di una ricerca allargata sempre più verso il benessere sociale. Coniugare arte e psicologia produce risultati davvero potenti. L’arte, in quanto linguaggio che dà voce alla creatività, ha di per sè una notevole potenzialità benefica. Se, poi, ad essa affianchiamo rigorose metodologie diventa un eccezionale strumento con il quale ci si può prendere cura di sé, degli altri e della società. Questa è l’idea che vogliamo divulgare con le nostre rassegne e con il nostro lavoro. Infatti abbiamo un progetto che parte da un manifesto, che tra breve lanceremo, e passa per la realizzazione di una casa dell’Arte che Cura. Luogo che vorremmo collocato in un bene monumentale di cui siamo alla ricerca. Luogo dove ci si possa formare alle arti che curano, nonché ai mestieri legati all’arte, fruibile gratuitamente dai ragazzi del quartiere, ma anche dove si produce e si mette in mostra arte, dove si realizza e si diffonde cultura, dove si può godere di benessere, bellezza … e gastronomia”. Dunque davvero un appuntamento da non perdere!

A cura di Giuseppe Parrella