Era in auto nel cuore della città, lungo corso Vittorio Emanuele, quando due ragazzi in motorino si sono avvicinati al finestrino della vettura, una Aston Martin. I banditi hanno puntato la pistola intimando all’ex presidente di Confindustria, Antonio D’Amato, che in quel momento era alla guida, di consegnare l’orologio, un Patek Philippe modello Acquanaut del valore di quasi 26 mila euro.
L’imprenditore, a quel punto, non ha potuto fare altro che sfilarsi dal polso l’orologio e metterlo nelle mani degli aggressori. Lo scooter si è allontanato immediatamente facendo perdere le proprie tracce. È accaduto domenica pomeriggio intorno alle 13. Sull’episodio (riferito ieri dal quotidiano Roma) indagano adesso gli agenti del commissariato San Ferdinando diretti dal primo dirigente Maurizio Fiorillo. D’Amato ha sporto subito denuncia alla polizia.
Secondo la prima ricostruzione, i malviventi avevano entrambi il volto coperto da casco. Con ogni probabilità, i rapinatori avevano seguito l’imprenditore lungo un tratto di strada, forse attratti dal modello di auto sul quale viaggiava, per poi scegliere il luogo più adatto per entrare in azione, in corso Vittorio Emanuele, da dove si sono agevolmente dati alla fuga nonostante la presenza di diverse altre automobili che in quel momento attraversavano la zona. Gli investigatori lavorano per individuare i due banditi. Si indaga fra le paranze di giovanissimi che percorrono l’area a cavallo fra Mergellina e i quartieri collinari con l’obiettivo di mettere a segno scippi, prevalentemente proprio di orologi, e rapine. Gruppi che, ipotizzano gli inquirenti, potrebbero avere le proprie “basi” nei vicoli dei Quartieri Spagnoli, da dove poi si muovono in scooter alla ricerca delle vittime da prendere di mira.
Si tratta certamente di rapinatori professionisti, come testimonia sia l’uso del casco per coprirsi il volto ed evitare di correre il rischio di essere riconosciuti, sia la velocità con la quale il colpo è stato messo a segno: tutto è durato pochi secondi, il tempo di affiancare la macchina, mostrare la pistola, impossessarsi dell’orologio e poi scappare. Nessun dubbio sul fatto che i due aggressori non sapessero di aver affiancato proprio la vettura dell’ex
presidente di Confindustria: l’obiettivo è stato scelto quasi certamente perché viaggiava su un’auto lussuosa e dunque è stato ritenuto altamente probabile che indossasse un orologio di grande valore.
Le indagini, coordinate dalla sezione Sicurezza urbana della Procura, sono estese anche all’ambiente dei ricettatori: si cerca di scoprire in quali mani possa essere andato a finire il Patek Philippe rapinato all’imprenditore.