L’entusiasmo, i cori, il “chi non
salta è juventino”. E’ tornato tutto l’entusiasmo allo stadio
San Paolo e in città dopo la vittoria sulla Juventus, un
successo che una volta valeva come uno scudetto ma che ora apre
la speranza di una rimonta Champions.
Nei bar, sui social si fanno i conti, si guarda la zona
retrocessione che si allontana e l’Europa League a 4 punti, si
sogna la rimonta al quarto posto che, però, è lontano 12 punti,
la stessa distanza della zona retrocessione.
Napoli a un bivio e Gattuso lo ha ricordato spiegando che
“l’obiettivo è arrivare a 40 punti” per scacciare la paura. Le
vittorie contro Lazio e Juventus, però, hanno riacceso
l’entusiasmo che Gattuso rimanda di tre settimane: “Le prossime
tre partite ci diranno se siamo guariti”, precisa nella notte
post-Juve, sottolineando che la squadra deve dimostrare lo
stesso carattere contro Sampdoria, Lecce e Cagliari per uscire
definitivamente dalla crisi peggiore degli ultimi 15 anni.
Battere Sarri, però, vuol dire anche scrollarsi di dosso gli
anni del comandante e del calcio spettacolo. Era un Napoli che
giocava a memoria quello, questo è un Napoli che ha imparato
l’idea di Gattuso e che contro i bianconeri dimostrava di sapere
cosa dover fare in campo, una rarità negli ultimi mesi. E poi
c’è un doppio binario che Gattuso e i tifosi aspettano.
Quello che parte dall’infermeria dice che alla ripresa di
mercoledì Maksimovic tornerà in gruppo e che manca pochissimo
per il ritorno di Koulibaly e Mertens. Dal binario del mercato
sono arrivate le certezze a centrocampo Demme e Lobotka ed è in
arrivo Politano per la fascia destra: quasi 50 milioni messi sul
piatto da De Laurentiis per salvare la stagione costruire il
futuro e ancora in piedi una caccia all’attaccante, con un
tentativo con la Spal per Petagna ma anche l’idea Andrea
Pinamonti, 20nne punta del Genoa e dell’Under 21 su cui il ds
Giuntoli punterebbe per il futuro. Il passato, quello di Sarri e
Higuain, lo hanno chiuso definitivamente Insigne e Zielinski