Riflettori accesi su Paolo Conte nella serata di apertura di Umbria Jazz 2015 a Perugia. Nella arena Santa Giuliana, main stage del festival, quattromila spettatori hanno salutato il ritorno dell’avvocato astigiano dopo sei anni di assenza, e forse molti di loro erano presenti al memorabile concerto di sei anni fa. Prima di quella data, si registrano altre due volte di Conte a UJ, nel 2001 e nel 1984, l’anno dell’esordio in veste non di songwriter ma di
vibrafonista jazz. Pubblico delle serate importanti, dunque, e musica all’altezza delle attese di chi sa che con Paolo Conte le canzoni possono diventare bozzetti poetici racchiusi in un raffinato guscio musicale. Ed e’ per questo che l’orchestra che lo accompagna e’ elegante non solo nel completo scuro ma soprattutto nella capacita’ di fornire una variegata gamma timbrica. Comincia il concerto e quasi subito arriva Sotto le stelle del jazz, nella quale probabilmente si riconoscono tutti i ragazzi scimmie del jazz presenti all’arena. Ancora swing con Come di, ma si cambia decisamente clima con Alle prese con una verde milonga, e si attinge anche al piu’ recente disco, Snob, con la canzone omonima e con Argentina. Una specie di gioco con la macchina del tempo riporta subito dopo a Una giornata al mare
in una veste molto semplificata che gioca tutto sulla sintesi piano-voce. E con Aguaplano termina il primo set.
Il concerto di apertura di Umbria Jazz 2015 aveva anche un altro significato, oltre a quello puramente musicale: ricordare il promoter perugino Sergio Piazzoli, scomparso poco piu’ di un anno fa. Sia Paolo Conte, piu’ volte ospite delle stagioni della canzone d’autore organizzate da Piazzoli, sia Umbria Jazz hanno voluto rendere omaggio cosi’ ad un amico e ad una persona che e’ stata molto importante per la promozione della musica di qualita’. E non senza commozione Paolo Conte dal palco ha ricordato Piazzoli: poche parole ma capaci di rievocare un rapporto artista – promoter che non e’ tanto comune trovare nel mondo della musica.