L’eterna Pompei regala emozioni millenarie e rende eterni i suoi protagonisti. una sensazione di eterno, infatti quella che David Gilmour avverte per se’, ora che da cittadino pompeiano sta per esibirsi nella grande arena dell’Anfiteatro della citta’ antica, tornando qui quarantacinque anni dopo l’evento “Pink Floyd live at Pompei”, quando le sue erano le sembianze di un angelo. Promette, infatti di ripetere in futuro questa esperienza e qualcuno si chiede se abbia fatto un patto con la clessidra. L’eta’ ne ha modificato il volto, il corpo, i capelli… ma i suoi 3.170 fan, che a Pompei hanno pagato un biglietto molto piu’ caro dei seguaci romani e di Verona, per assistere al concerto di questa sera si sono messi in fila piu’ di due ore prima dell’ingresso agli Scavi. Lo hanno guardato con occhi estasiati sul cartellone all’ingresso del sito archeologico e hanno lanciato selfie ed emozioni sui social. Alle 19,30 e’ stato consentito l’accesso all’Anfiteatro e i primi in fila si sono lanciati in una corsa sfrenata verso l’arena del concerto. Giovani ed ex giovani dal Cile, dall’Egitto, dal Brasile, dal Giappone e da tutta Italia che hanno scelto Pompei e non Roma ne’
Verona perche’, spiegano “e’ qui che i Pink Floyd nel 1971 hanno fatto la storia”. Gli addetti alla security hanno dovuto
sbarrare la strada alla folla pronta a scatenarsi sui virtuosismi della chitarra magica. I gladiatori nell’arena sono
loro.Gilmour e’ il leone e dai suoi strumenti partiranno ruggiti e zampate mitologiche. “Mi sento al sicuro e ispirato. Mi sento a casa”, ha affermato ieri il chitarrista inglese ricevendo la cittadinanza onoraria dal Comune di Pompei. Ai piedi del Vesuvio riuscira’ a far rivivere anche i calchi delle vittime dell’eruzione del 79 dopo Cristo, in un respiro di note assoluto e unico. Di certo indimenticabile.