Da ieri i becchini del cimitero di Poggioreale sono in sciopero. E salgono a trenta le salme bloccate, essendo interdette tutte le sepolture. Tutto nasce da un provvedimento del Comune di Napoli, cioè l’indizione dell’esternalizzazione dei servizi cimiteriali, iniziativa che non tiene conto dei trenta dipendenti delle cinque cooperative che da oltre venti anni si occupano di inumazioni e tumulazioni. Agli antipodi le posizioni dell’Assessore Fucito e quelle dei lavoratori: da un lato l’Assessore definisce la procedura come un sistema per imporre la legalità e regole ai servizi cimiteriali i cui costi risulterebbero essere sempre più incerti e per evitare speculazioni sulle operazioni di inumazione ed esumazione, dall’altro i dipendenti che vedono a rischio il loro posto di lavoro e chiedono maggiori rassicurazioni sulla loro sorte. A riguardo si è espresso il Capogruppo di F.d.I.-An in Consiglio Comunale – Consigliere Vincenzo Moretto – che ha definito la vicenda quanto mai assurda e paradossale. A fronte della realizzazione di un forno crematorio bloccata, per inspiegabili motivi e che diminuirebbe, stando alle statistiche consolidate, il 70% delle operazioni di inumazione e tumulazioni garantendo le attuali 30 unità delle cooperative e gli stessi addetti comunali. La vera speculazione è stata artatamente provocata con il rallentamento della costruzione del forno crematorio. Certamente dubbia anche la tanto dacantata legalità che dovrebbe essere garantita dalla gestione di qualche pompa funebre; settore spesso venuto alla cronaca di affari non sempre trasparenti. L’affare risulta appetibile, oltre 2,5 milioni di euro che ha trovato in Consiglio Comunale tanti sponsor di diversi colori politici. Tutto ciò smentirebbe l’Assessore Fucito sostenitore della privatizzazione e quanto ha dichiarato circa l’indisponibilità dei dipendenti comunali a lavorare nei cimiteri, ha concluso Moretto.