Gennaro Di Biase Un flash-back istintivo, un breve frammento di vita pre-Covid: un saluto al cliente, un sorriso ricambiato con un inchino di cortesia, un cameriere di sala che, dietro la mascherina rigorosamente intonata, domanda: «Come posso servirla oggi?». Lo stesso chef Salvatore Giugliano , per gioire di questo poco annunciato ritomo a tavola, si affaccia in sala, spesso e volentieri, per dare una sbirciatina al locale finalmente rianimato. Dallo storico Mimi alla Ferrovia ieri il pranzo è stato servito con le dovute distanze, e per la prima volta dal 15 novembre 2020, giorno dell’ingresso della Campania in zona arancione e chiusura al pubblico di tutti i ristoranti. Lo stesso avverrà anche oggi, per l’apertura dei locali consentita fino alle 18. Da domani, però, toma l’arancione, in attesa delle decisioni di Palazzo Chigi, Palazzo Santa Lucia, e dell’indice Rt che oggi esprimerà i suoi verdetti aggiornati, regione per regione. Nella sala intema di Mim’i4giovanisorridonocgustano l’antipasto. Hanno ordinato mezza cucina: peperone ‘mbuttunato, bao con stracotto di manzo alla genovese, zuppetta di soffritto, alici, provola, zucca alla scapece. Primo piatto: pasta e patate, ragù, ravioli e genovese. Niente secondo ma pastiera e tiramisù per dessert: «In questi mesi abbiamo usufruito più volte del delivery, ma il tavolo del ristorante ci mancava tantissimo – racconta per tutti Ugo Oropallo – Appena abbiamo potuto ci siamo fiondati da Mimi. Siamo fiduciosi che la pandemia sia quasi finita. L’apertura di oggi ne è un segnale