Cresce la febbre epidemica e si fanno preoccupanti i dati della Campania con il solo dato confortante delle rianimazioni, stabili a quota 20, mentre crescono gli ingressi in ospedale nei Covid center (34 in due giorni). L’Unità di crisi della Regione segnala, ieri, 629 positivi su 22.926 test (tamponi molecolari e antigenici rapidi), con 25 casi in meno rispetto al giorno prima ma anche con 4.602 tamponi processati ¡n meno. Pertanto il rapporto positivi/tamponi crescea2,74 per cento, in ulteriore aumento rispetto al 2,38 per cento di venerdì e 2,24 di giovedì, 1654 casi di ieri della Campania sono per il quarto giorno consecutivo il valore più alto registrato ¡n Italia dalla fine dell’agosto scorso. A fronte di un solo decesso (dato da valuta- Dietro le principali aree del nord est dello Stivale, dove si concentrano il maggior numero di casi per abitanti – come la provincia autonoma di Bolzano che ha un valore di 101,7 (contro 1’85,6 della settimana prima), seguita dal Friuti Venezia Giulia a quota 96,5 (con un valore quasi doppio rispetto alla settimana precedente) e al Veneto a 61,4 (contro il 48,3) – al quarto posto tra le regioni e province autonome che segnano la più alta incidenza dei casi di Covid ogni 100 mila abitanti, troviamo oggi proprio la Campania salita a quota 57 nella settimana dal 22 al 28 ottobre. Questo dato epidemico era 36 una settimana fa, 31 due settimane fa e 36 anche un mese fa. Uno scenario che si inserisce in una crescita epidemica passata da un livello di rischio basso a uno moderato e che coinvolge la Campania e altre 10 regioni con alcune città del nord est, come Trieste, teatro delle ultime manifestazioni No-vax, in cui si registra anche un notevole stress ospedaliere che potrebbe preludere alla zona gialla. Resta massima dunque l’attenzione in Campania per evitare i contagi. A dettare la linea è il presidente della Regione, Vincenzo De Luca che proroga per due mesi l’ordinanza sui dispositivi di protezione individuali in scadenza oggi 31 ottobre fino al 31 dicembre. L’uso della mascherina resta dunque obbligatorio in situazioni di assembramenti e in ogni luogo non isolato come nei centri urbani, piazze, lungomari, nelle ore e situazioni di affollamento