E’ l’ultima installazione che ha fatto discutere e sorridere la città di Napoli. Esibita in uno spazio pubblico dall’amministrazione Manfredi, ha raggiunto senza dubbio un obiettivo: scatenare l’ironia, l’umorismo e la satira dei napoletani. La città, nota per il suo spirito vivace, non rideva così da tempo. L’opera ha offerto spunti per una creatività collettiva che ha visto i cittadini impegnati in un dibattito ironico ma profondo.
Non si può ignorare che, nel panorama artistico napoletano, Pesce, come prima Pistoletto, abbia lasciato un segno importante. Tuttavia, mentre l’arte di questi grandi nomi suscita discussioni, c’è un’altra realtà più amara che non si può ignorare: i cumuli di spazzatura che soffocano le strade e deturpano i monumenti. Questi accumuli di rifiuti non solo danno un pessimo esempio ai turisti, ma umiliano anche la bellezza storica e culturale di Napoli. Le autorità sembrano distanti e indifferenti di fronte a questo degrado urbano.
L’ordine costituito, infatti, sembra non vedere, non parlare e non sentire. Le piazze vengono sequestrate da installazioni temporanee e trascurate da una manutenzione che dovrebbe tutelare i beni comuni. Si cancellano giorno dopo giorno i tratti distintivi di una città che ha fatto della sua cultura e del suo patrimonio paesaggistico un marchio di identità. Eppure, sembra che la priorità sia altrove, come dimostrano le opere costose di artisti famosi che, seppur apprezzabili, non risolvono i problemi quotidiani.
La bellezza di Napoli non può essere ridotta solo ad installazioni moderne. Per ritrovare l’anima vera della città bisogna cercare altrove, per esempio nelle opere di artisti locali come Lello Esposito. La sua statua di Pulcinella, a Vico Fico al Purgatorio, rappresenta un legame autentico con l’identità napoletana, una memoria storica che resiste al passare del tempo. Situata a pochi passi dal teatro Instabile di Michele Del Grosso, questa scultura racconta una Napoli che non ha bisogno di grandi nomi per essere grande, ma di una gestione più attenta e rispettosa della sua storia.
Infine, il costo delle installazioni di Pistoletto e Pesce, che si aggira intorno al milione di euro, rappresenta un peso non indifferente per i cittadini. Si tratta di risorse pubbliche che, forse, potrebbero essere impiegate per risolvere problemi più urgenti. È necessario fermarsi a riflettere: Napoli non può più assistere in silenzio a queste scelte che sembrano favorire gli abusi di potere e l’incompetenza amministrativa. La città merita rispetto, non solo attraverso l’arte, ma anche attraverso una gestione responsabile del suo patrimonio e della sua bellezza.
M.O