Arriva “BiAffect” una app che aiuta i clinici a diagnosticare la depressione in maniera obiettiva. A svilupparla in uno studio apparso sul Journal of Medical Internet Research sono stati scienziati dell’Università dell’Illinois a Chicago: “l’obiettivo del nostro lavoro era trasformare lo smartphone in un apparecchio per tracciare in tempo reale la salute del nostro cervello” – spiega l’autore principale del lavoro Alex Leow. “BiAffect analizza dati generati dalle interazioni della persona col suo smartphone per fornire informazioni sul suo umore e sul suo stato mentale,” – continua Leow. “A partire da questi dati – spiega – vengono identificati profili di interazione col telefono (ad esempio nell’uso della videocamera, nella digitopressione con cui l’utente usa il display touchscreen etc) associati a certi stati mentali e a cambiamenti dell’umore”. Ciò è utile sia per giungere a una diagnosi obiettiva della depressione, sia, ad
esempio, per informare in tempo reale chi si prende cura di una persona con disturbi dell’umore già diagnosticati.
“Ci sono immensi vantaggi nell’uso di una app siffatta – spiega all’ANSA Graziano Pinna, dello stesso ateneo statunitense (ma non coinvolto nello studio). Il vantaggio più evidente è che l’app fa la diagnosi oggettiva e in un qualunque momento in cui il soggetto usa il telefono; attualmente la diagnosi di depressione si basa sull’analisi soggettiva (il paziente riempie questionari o risponde a domande del medico nel suo
ambulatorio)”. Inolre, la app permette di monitorare un individuo tutti i
giorni e per lunghi periodi di tempo e di osservare
comportamenti che nel rapporto diretto medico-paziente non
emergono, o che il paziente non sa riconoscere e riferire al
proprio medico – spiega Pinna. Naturalmente monitorare il
paziente a distanza aiuta anche a prevenire momenti critici e
dunque anticipare ricadute”.