II 95% dei reparti di terapia intensiva è già occupato: il sistema non regge

L’appello dei medici delle terapie intensive del sud Italia suona disperato. In questo momento il 95% dei già scarsi posti letto nei loro reparti sono occupati da altri pazienti e se la bomba biologica lanciata dai tanti sfuggiti dal nord nei giorni scorsi dovesse esplodere ogni regione meridionale non potrebbe gestire che poche decine di casi. Alcune come la Calabria, l’Abruzzo, la Basilicata e la Sardegna anche meno. IdatidelMinisterodellasalute, divisi per singolo ospedale, li ha aggregati per noi a livello regionale il sindacato dei medici ospedalieri Anaao. Ebbene ad oggi m Italia abbiano 5.285 posti di terapia intensiva, dei quali in media il 60% già occupato da pazienti gravi. Quindi a disposizione per il Covid-19 nerestano2.114. Se aquesti si aggiungono i 2.642 che dovranno essere attivati per via del decreto che aumenta del 50% la dotazione nazionale si arriva a un totale di arca 4.700 posti di terapia intensiva riser vati al virus. Mantenendo lo stesso rapporto attuale di un caso grave ogni died infetti vuoi dire che il sistemanazionale sarà in grado di reggere fino a 45mflacasi di coronavirus. Ma non al Sud. Dove a fronte di una dotazione nazionale di 8,721ettiogni lOOmila abitanti si è poco al di sopra del 7,5. «Ma molti di questi, circa un 40%, sono solo virtuali perché mancano personale e tecnologie perfarlipoifùnzionare», denuncia Alessandro Vergälle, presidente dell’Aaroi, l’associazione degli anestesisti rianimatori che lavorano nelle trincee delle terapie intensive. «Qui in Calabria -gli fa eco il responsabile locale dell’associazione, Domenico Minnitici attribuiscono 7,79 letti per 1 OOmila abitanti ma quelli reali sono appena 5, se è andata in default la Lombardia figuriamoci noi in caso esplodessero qui deifocolai. Abbiamo già individuato gli spazi dove collocare i nuovi letti, ma mancano monitor e ventilatori». In realtà la grande corsa all’acquisto da parte della Protezione civile è già iniziata. In Lombardia sono arrivati già 320 ventilatori, ma adesso la palla passa alla Consip, che per tutta Italia dovrà acquistare 5000 monitor, 1.800 ventilatori polmonari ad alta intensità e 3.200 per la terapia sub intensiva. «Per quanto si vada veloce non potremmo però averli prima di un mese», informano dalla Protezione Civile. Dove hanno già attivato il Cross, la Centrale remota per il soccorso sanitario, che quando un ospedale non ha più posti individua quello meno distante dove trasferite il paziente. Così dalla prima linea degli ospedali lombardi sono già stati trasferiti verso le regioni limitrofe 27 pazienti non Covid, che si preferisce spostare rispetto a quelli colpiti da coronavirus, che richiedono procedure più complesse. Ma se al sud i contagi dovessero moltipllcarsi gli spazi di manovra rimarrebbero scarsi, visto che il nord già annaspa. Certo, c’è il piano di potenziamento avviato da Speranza, «però non basta il letto per fare la terapia intensiva, servono anche locali adatti e personale qualificato», spiega Vergallo. «Stanze a pressione negativa che garantiscano il non inquinamento dell’aria all’estemo ne abbiamo poche e d stiamo arrangiando recuperando letti che erano destinati ai ricoveri programmati meno urgenti. Ma dopo anni di tagli abbiamo poco personale e a spasso di anestesisti rianimatori non ce ne sono». Da qui l’appello al Ministro Speranza: «non assumete medici spedalisti di altre spedalità che faremmofaticaaformare in poco tempo. Meglio appoggiarsi agli specializzandi degli ultimi due anni, che già nesannodipiù». Concorda anche Carlo Palermo, segretario nazionale dell’Anaao. «Assumiamo i giovani, con bandi limitati a 10 giorni e selezioni rapide basate su colloqui con i Primari». Il sindacato boccia invece l’idea di richiamare m servizio i pensionati. «In quanto anziani sarebbero più esposti alla minaccia di contagio, con il rischio di diventare a loro vol
ta volano dell’infezione». 5285 Sono i posti di terapia intensiva attualmente negli ospedali italiani. Molti, già occupati 60% In media il 60% dei posti di terapia intensiva è già occupato da pazienti gravi 2114 Per il Covid-19 restano 2114 posti. Ne verranno attivati altri 2.642: un totale di circa 4700