Margherita, Torzella, Papaccelle, Scrigno di Capodimonte e Nocciolato
Quando si traggono origini da nomi storici nell’affermazione del prodotto pizza, viene naturale e spontaneo il desiderio di tramandare nel tempo ciò che i propri avi hanno cerato ed oltremodo trasmetterlo nel miglior modo possibile. Anni addietro ai Colli Aminei, in Viale dei Pini, 25 a Napoli, Gianni Castellano e la moglie Rosaria Moffa, crearono il “Pizzazzà”, un ristorante – pizzeria, che ebbe subito un grande afflusso di clientela e che per la bontà principalmente delle pizze che questo locale sfornava si incrementò di una sempre maggiore clientela desiderosa di gustare una buona pizza. Poi è sopraggiunto Luca, figlio di Gianni e Rosaria e la tradizione della pizza è continuata ancor meglio, perché questo giovane già divenuto uno dei migliori e più affermati maestri pizzaioli che questa categoria con la “P” maiuscola vanti, ha sentito in se il trasporto per questa professione che esercita con un sempre maggiore spirito di continuità dell’arte rifacendosi ai suoi bisnonni (da parte della mamma) essendo stati questi due signori Ciro e Giorgia Leone nel 1923 i fondatori della famosa pizzeria Trianon a Napoli, adiacente all’omonima piazza dove c’è anche il teatro dallo stesso nome. Per Luca, l’essere figlio d’arte, è un grande impegno ed è per questo che ha deciso di rinnovare totalmente il locale dei Colli Aminei, ristrutturandolo con un tocco l’alta signorilità portato da un noto architetto, con una semplicità nell’eleganza, pulizia e luminosità a cominciare dai bagni che sono l’elemento difettante in molte strutture. Anche il nome del locale è cambiato, infatti al piccolissimo stemmetto con il vecchio nome, giusto per ricordarne le gloriose origini, si è aggiunto ben trasparente l’insegna di “Castellano – Le Pizze di Luca” che oltre a ricordare il nome del pizzaiolo che vuole continuare il percorso di vita professionale dei suoi avi, vuole consolidare anche una proiezione della pizza nelle future esigenze, mantenendone le tradizioni e proponendo innovazioni legate alla maggiore attenzione ai prodotti che la sua terra produce con una realizzazione di pizze gourmet. E’ stato così che Luca ha proposto alla stampa specializzata del settore ed a alcuni veri e noti buongustai, in particolare del prodotto pizza, di passare una serata nel suo locale e degustare tre tipi di pizze salate e due dessert con la proposizione di farciture diverse e con l’utilizzo di prodotti di eccellenza gastronomica che onorano la Campania. Il giudizio dei degustatori ha avuto anche la finalità per Luca di poter inserire nel nuovo menù le pizze proposte, solo se giudicate positivamente attraverso una votazione su scheda finalizzata all’operazione. Tutto questo senza tralasciare la Pizza Fritta, quella completa con cigoli e ricotta, della quale Luca è un vero grande campione ed ancora le montanare con la genovese o con il gustoso sughetto ed il formaggio, completate da una foglia di basilico. Alla importanza che la pizza ha nel locale dei Castellano, va aggiunta come altra nota di merito, la friggitoria napoletana con gli elementi dello storico “Cuoppo” ed i piatti caldi che Ciro, Chef della struttura propone, non tanti, ma solo dagli autentici sapori d’altri tempi che terminano con un babà che per il suo impasto, la sua leggerezza, la sua fragranza, i suoi profumi la sua particolare bagna lo rende un prodotto unico, apprezzato da tutti e che ottiene una sempre maggiore affermazione non solo nel locale dove opera, ma anche da parte di chi lo prova almeno una volta e non sa più rinunciare a questo dolce per altri. Tutto senza dimenticare l’accompagnamento con un buon bicchiere di birra spillata che il locale possiede, o molte artigianali, o ancor più con un buon vino che attraverso una selezione tra i migliori produttori dalla nostra regione Castellano ha fornito il suo locale offrendo al cliente sempre l’affermata qualità che la Campania, grande terra di vini avendo accolta per prima sul suo territorio le viti portaste dai greci e dai romani, possiede e negli ultimi tempi ha iniziato una attenta rivalutazione di produzione, attraverso anche la riscoperta di vitigni autoctoni, con il conseguente grande apprezzamento ed elogio a livello anche mondiale dei vini prodotti. A parte la “Margherita” che ovviamente non poteva mancare già nel menù, ma che è stata riproposta con ingredienti di farcitura di decisa e spiccata qualità documentata come il Pomodoro San Marzano Dop, il Fior di Latte di Agerola, Pecorino e Basilico, le altre due pizze sono state ancor più spiccatamente innovative e propositive dei prodotti di eccellenza gastronomica che la Campania può produrre. Si tratta della pizza “Torzella” con Mozzarella di Bufala Campana e Cavolo Torzella, mentre la “Papaccelle” vede sopra Pomodoro del Piennolo del Vesuvio Dop, Papaccelle napoletane, Provola di Agerola e Conciato romano. Per le due dessert abbiamo la “Scrigno di Capodimonte” dedicata appunto al Museo e Bosco di Capodimonte, poco distante dal locale, con un Tondo di – pizza chiena – con ricotta vaccina, noci, nocciole e miele, mentre la “Nocciolato” è una Focaccia guarnita con crema spalmabile alla nocciola e Croccantino di San Marco dei Cavoti con l’aggiunta di granella di nocciole. Queste pizze sono state sottoposte al vaglio dei degustatori fra i quali è giunto ospite anche Francesco Emilio Borrelli, che oltre ad essere un giornalista è stato assessore all’agricoltura della Provincia di Napoli, un grande sostenitore e sviluppatore dell’importanza di salvaguardia della produzione dei nostri prodotti tipici e della Pizza, come deciso dalla Commissione nazionale italiana per l’Unesco per indicare l’arte dei pizzaioli partenopei come unica candidata italiana per entrare di diritto nella lista del Patrimonio mondiale dell’Umanità. E’ intervenuto alla serata, invitato dal suo ufficio stampa oltre che fortemente dai Castellano ed altri noti personaggi presenti, anche l’attore Vincenzo Soriano, protagonista del film di Angelo Antonucci “Con tutto l’amore che ho” insieme a Barbara De Rossi, Cristèl Carrisi, Sandra Milo, Patrizio Rispo, Biagio D’Anelli ed altri, attualmente candidato quale uno dei film in concorso per la vittoria del David di Donatello, questo attore è anche personaggio chiave del film di prossima uscita “Il Padrino del Bandito Giuliano” di Carlo Fusco) e dirette dal regista Claudio D’Avascio (Raf, Neffa etc.). Inizia così la nuova era della valorizzazione e della tutela di quel prodotto simbolo d’identità di Napoli, della Campania e nazionale, un settore che vale 10 miliardi di euro come affermato da Coldiretti, con una occupazione di 100 mila i lavoratori fissi nel settore della pizza ai quali – sempre come sottolineato da Coldiretti – se ne aggiungono altri 50 mila nel fine settimana, in base ai dati dell’Accademia Pizzaioli, ricordando che giorno solo in Italia si sfornano circa 5 milioni di pizze per un totale di un miliardo e mezzo di Euro all’anno.
Giuseppe De Girolamo