A cura di Teresa Lucianelli
Le vendite dell’ultima creazione firmata dalle hamburgerie “Sciuè”, dedicata al principe della risata, contribuiranno all’iniziativa della Fondazione San Gennaro che ne celebra la figura di attore, regista, scrittore, uomo. A Pomigliano D’Arco, riuscita degustazione a tema
Tantissime iniziative si stanno susseguendo in queste settimane a Napoli in occasione del cinquantenario della scomparsa di Antonio de Curtis, “il principe della risata”, in arte Totò, nome, volto e figura indimenticabili per i napoletani e non soltanto per loro.
Un artista unico e tuttora molto apprezzato anche dalle giovani generazioni.
Un uomo innamorato della vita e dell’arte, del cinema, della poesia, che era coinvolto anche dai tanti aspetti piacevoli della vita a partire dal buon cibo, secondo in tema soltanto alle belle donne, che ha celebrato in tanti film, evidenziando il piacere della buona tavola quanto quello del gusto e dell’opulenza gastronomica, punto di arrivo agognato fai tanti personaggi interpretati, a partire dal personaggio principale di Miseria e Nobiltà che esulta dinanzi ad un inaspettato pranzo consegnato a domicilio e ballando e cantando per la gioia, si riempie le tasche di bucatini fumanti.
Ispirati da quest’esempio, Mauro De Luca, con i figli Giuseppe e Marco, nel menù delle loro hamburgherie “Sciuè il Panino Vesuviano” hanno pensato di dedicare a Totò una creazione speciale, intitolandola “Totò Le Mokò”, da uno dei film più noti del Grande ed in particolare il più amato da Mauro.
L’iniziativa va a sostenere, con parte dei proventi derivanti dalla vendita dei panini, il progetto “50 anni senza Totò” ideato e promosso dalla Fondazione San Gennaro per il recupero di due piazze del rione Sanità. A Largo Vita e Piazzetta San Severo verranno installate opere d’arte dedicate all’artista in ossequio al motto “L’Arte genera l’Arte”.
Così come le scene del film sono ambientate tra Napoli ed Algeri, parimenti Mauro, Giuseppe e Marco hanno pensato di i combinare sapori tipici dei due territori del Mediterraneo. Ogni particolare è stato curato per celebrare l’intero anno dedicato all’attore partenopeo che, nell’occasione, al quale è stata conferita la laurea ad honorem alla memoria in discipline dello spettacolo, dall’Università degli Studi Federico II di Napoli.
“Ci piace pensare che Totò si sarebbe ‘consolato’ con questo panino, e magari avrebbe pure chiesto il bis, lui che spesso nei film raccontava in modo divertente la fame vissuta personalmente oltre che da tutti gli italiani dopo la seconda guerra mondiale, riuscendo a rendere l’argomento divertente”.. ed a stimolare allo stesso tempo la riflessione nello spettatore. Un’opera di educazione sociale ai problemi collettivi vissuti da una generazione di connazionali, che fa riflettere tutt’oggi. Perché uno dei maggiori meriti tra i tanti che vanno riconosciuti a Totò è la capacità di individuare e pure quello di saper affrontare tematiche tutt’ora di una pregnante ed incredibile attualità.
“Si dice che l’appetito vien mangiando, in realtà viene a star digiuni”: la battuta famosa pronunciata dal nostro nel film Totò al Giro d’Italia è stata ricordata nel corso dell’evento degustativo che sì è svolto nell’ accogliente locale di Pomigliano d’Arco, in cui il panino Totò le Mokò è stato l’applaudito protagonista.
All’interno, l’immancabile salsiccia chiesta e richiesta ripetutamente, con un’insistenza esilarante, insieme alla birra, da un intraprendente maggiordomo
mandato dall’alquanto robusta marchesa, mamma “sfasciasedie” angosciata, a recuperare il suo signorino che si era arruolato nella Legione Straniera dopo l’immancabile delusione amorosa, nel fantastico film Totò Sceicco.
Simbolo per eccellenza del cibo popolare e tradizionale spesso rappresentato nelle sue pellicole. “Birra e salsiccia”: sembra sentire la voce di Antonio de Curtis pronunciare la fatidica parola d’ordine detta alle persone sbagliate nel posto sbagliato e di vedere la sua caratteristica smorfia.
E Sciuè, rifacendosi a quel gusto ha deciso di proporre una salsiccia di maiale nero casertano, pur in terra vesuviana, prodotto distintivo del territorio campano, come la cipolla grigliata di Alife, il caciocavallo di bufala, l’olio extravergine di oliva dalle colline di Salerno, in un’unione tra nazioni, con la salsa harissa a base di peperone tipica di Algeri, dove è ambientato in buona parte il film.
Come è stato spiegato nel corso della presentazione coordinata dalla comunicatrice di Sciuè Marina Alaimo, nel periodo estivo la salsa verrà preparata con la papaccella napoletana della zona di Pomigliano d’Arco che ospita l’hamburgheria. Tutti ingredienti sono scelti nel rispetto delle produzioni enogastronomiche dei piccoli agricoltori campani, votati alla salvaguardare delle colture autoctone.