Massimo Andrei ripropone al suo pubblico un genere che gli è caro oltre che congeniale: quello della favola, che incanta e coinvolge, rapisce e strega.
Al Teatro Sancarluccio è di scena con le Favole del Mare, un sogno ad occhi aperti, una consuetudine antica, una forma di teatro arcaica ed essenziale, forte è radicata negli uomini.
Racconto di due cantastorie, padre e figlia, che giungono in un posto di mare. Lì si preparano come sono soliti fare ed incominciano a raccontare, raccontare e raccontare, la storia e le sue storie, che sono storie nella storia ed altro ancora: fatti accaduti a loro, ad altri, al mondo intero. A dirla tutta, con le parole dei diretti interessati, “niente ‘nciuce, calunnie o levate ‘e stima, caso’ cose ‘e barbiere, prievete, ‘nciucesse e capere!”, giusto per fare chiarezza… insomma… quasi, ecco!
La forza, la bellezza e la magia della parola concorrono tutt’e insieme a condurre gli spettatori nel gioco dell’evocazione, giù giù in fondo al mare profondo e di cristallo, tra coralli, conchiglie, quadri marini e “code ‘e pesce”.
Così il cantastorie Pascale ora si fa polipo, ora si fa vagabondo, ora parla di Cozzeca Nera, poi di Colapesce e via via di molti conosciuti e sconosciuti. Catarina, dal suo canto, diventa la Sirena Leucosia e ci farà sapere della sorella Partenope, “pur’ess a sirena”, dell’innamorato Cimone e di come nacque Napoli, bella ed incantevole città. Arriva anche Luciano, il
marinaio, “‘ncantate d’’a Sirena”, pericolosa creatura del mare, e comincia con canti appassionati per Leucosia, ripensamenti e risate per riuscire a sfuggire alla famosa tentazione e all’altrettanto
nota seduzione delle sirene. E non soltanto questo… ce n’è da narrare e da ascoltare…
Storie ammalianti, di tradizione, inventate, creste per sognare e altre per riflettere, per ricordare.
Man mano, la narrazione assume caratteri comici, ironici, spassosi. Il richiamo alla fiaba è forte, nella sua formula più antica ed essenziale.
Massimo Andrei in quest’arte eccelle.
L’argomento base è d’importanza indiscutibile, giacche l’origine del teatro va ricercata proprio in quella scena che vede un uomo narrare dei fatti ad altri uomini. Da qui prende forma il racconto di storie accadute sul mare, in fondo al mare o vicino il mare. Lo storyteller Andrei rapisce e riesce a coinvolgere i presenti in maniera suadente, intrigante, irresistibile, e riesce pure a trascinarlo con indubbia ed esperta abilità nel racconto di queste storie, ben supportato da una partitura musicale di spessore ed armonia, il testo lo fanno la fisarmonica e la voce, originale ed unica, di Eduarda Iscaro – che firma anche le musiche – e l’altrettante ammaliante canto del giovane tenore Christian Moschettino, attraverso una trama che racchiude in sé altre storie, come “un viaggio profumato di mare” così intenso che in platea sembra di sentirlo.
Elementi scenici di Ciro Coppola, costumi a cura di Annalisa Ciaramella, disegni di Rosa Borreale, musica di Tony Baldini, foto Giancarlo de Luca.
Teresa Lucianelli