Esperimento scattato sabato notte gli abitanti decidono di autotassarsi «Così almeno ci sentiamo più protetti Davide Cerbone Dall’indignazione e dalla frustrazione, alla fine, è germogliata l’azione. Così , i cittadini dei Colli Aminei, esasperati e impauriti per un’escalation microcriminale che non accenna a declinare, hanno deciso di organizzarsi. E hanno messo mano alla tasca per garantirsi ciò che, evidentemente, lo Stato non riesce ad assicurare. «Abbiamo deciso di organizzare un servizio di vigilanza privata nelle strade del quartiere: un’esigenza che si avvertiva già da tempo», spiegano dal direttivo del comitato Pineta bene comune, che secondo un malinteso principio di sussidiarietà si è rimboccato le maniche e ha cominciato a raccogliere fondi per finanziare il progetto. «Per ora è una sperimentazione, in un paio di mesi siamo riusciti a vendere circa 300 begonie, coprendo i costi per il primo mese. Ora stanno arrivando anche versamenti volontari: naturalmente, per mettere a regime l’iniziativa serve il contributo di tutti: più siamo, meno paghiamo Da sabato, dunque, due agenti pattugliano dalle 22 alle 6 del mattino le strade della Pineta, vigilando sul sonno dei residenti di questa che fino a qualche anno fa era un’oasi di quiete. Oggi, invece, questo lembo della Napoli residenziale tra Capodimonte e il Vomero è terreno di conquista per giovani delinquenti in cerca d’autore. L’incremento di <ö schiamazzi notturni, furti di auto, scippi di motorini e cellulari, uniti a qualche fenomeno di spaccio, hanno dato la spinta a concretizzare il progetto. «Tutte le notti assistiamo a risse tra personaggi di dubbia provenienza e bande di minorenni che qui trovano chi vende loro birre e alcol in barba ai divieti. Per non parlare di scippi e rapine: non si può andare avanti cosi», lamenta una residente che sostiene il progetto. E aggiunge soddisfatta: “Stanotte, per la prima volta dopo tanto tempo, abbiamo dormito tranquilli». La moda del momento, però, è la caccia al pneumatico: «Ogni mattina mi guardo intomo per capire a chi è toccato», racconta Paolo Cufino, bancario di 51 anni, che ha sempre vissuto qui. «Non solo: sono frequenti gli episodi criminali soprattutto a danno dei ragazzi. Per questo quando mia figlia, che ha 17 anni, si ritira, sono preoccupato. Se teniamo alla nostra tranquillità, dobbiamo dare tutti il nostro contributo a questa iniziativa. Dal comitato promotore, che presto si costituirà in forma associativa, confermano: «I cittadini si sentono abbandonati. Il recente attentato al negozio di caldaie ci ha fatto riflettere ancora di più sulla necessità di darci da fare». Giuliana De Lorenzo, consigliere della IH Municipalità, attacca: “II flash mob di una settimana fa è stato soprattutto una sfilata di politici più o meno locali, questa invece è un’iniziativa che parte dai cittadini. L’esigenza – prosegue – è reale: negli ultimi anni la qualità della vita in zona è peggiorata molto. Cinque anni fa, quando un ragazzo di 28 anni fu ucciso in viale dei Pini per un regolamento di conti, per qualche mese ci sono stati controlli serrati e siamo stati tranquilli. Poi, però, tutto è tornato come prima. Perquesto il comando della Polizia municipale che dovrebbe trovare posto nel quartiere sarebbe molto utile». Nell’attesa, bisogna fare di necessità virtù. «I cittadini vogliono sapere di poter contare su qualcuno che risponde e interviene. La vigilanza notturna, mettendo a disposizione un numero verde e un numero di cellulare, assicura questa risposta immediata”