Nel Parco Verde di Caivano, da giorni sotto pressione delle forze dell’ordine, la camorra torna a sparare. Nella notte vengono esplosi una ventina di colpi, da due armi diverse: proiettili in aria a scopo intimidatorio o per marcare il territorio, in gergo si chiama ‘stesa’. Don Maurizio Patriciello, il prete in prima linea e sotto scorta, denuncia l’accaduto in tempo reale sui social: “Notte di terrore, e’ qualcosa di inconcepibile, basterebbe poco per morire a causa di un proiettile vagante”. E’ la terza sparatoria a Caivano dalla visita della premier Meloni, il 31 agosto: poche ore dopo il quarto episodio, con un’auto
parcheggiata in strada che viene crivellata di colpi. Per Patriciello “e’ una sfida allo Stato, i topi della camorra si sentono stanati e vogliono dimostrare di non aver paura”. Insomma, una risposta al maxiblitz dei giorni scorsi – 400 agenti impegnati – ed a tutti i segnali di attenzione per questo territorio dopo la vicenda delle due cuginette abusate dal branco. Al Parco Verde oggi le strade sono ancora piu’ silenziose del solito. I pochi passanti tirano dritto, non rispondono alle
domande dei cronisti oppure dicono di “non aver sentito nulla”.
La presenza di carabinieri e polizia e’ palpabile, ma malgrado
gli stretti controlli raid come quelli della scorsa notte sono
sempre possibili, per la loro repentinita’ e imprevedibilita’ . Uno
o due malviventi a bordo di scooter, favoriti dal buio, possono
riuscire a eludere la sorveglianza e seminare il panico. Una
realta’ cui don Patriciello pero’ non si rassegna: “Caivano e’
Italia, e’ Europa, ed e’ una vergogna che possano accadere cose
del genere. Chiediamo solo di difendere il diritto a una vita
normale”.
Gli organici di polizia, carabinieri e guardia di finanza,
gia’ incrementati, aumenteranno ulteriormente, annuncia il
Viminale. Per il comando compagnia dell’Arma, istituito un anno
fa, si prevede il 20% di forze in piu’ ; altri nuovi arrivi
riguarderanno il commissariato di Afragola (21 agenti) e la
tenenza delle Fiamme gialle di Frattamaggiore. Una volante
presidiera’ 24 ore su 24 il Parco Verde. Vanno avanti intanto i
progetti per la riqualificazione: si parte, come annunciato da
Giorgia Meloni, dal recupero del centro sportivo Delphinia,
diventato una discarica a cielo aperto – dove sarebbero avvenuti
alcuni degli abusi sulle due bambine – che si punta a riaprire
entro la prossima primavera. Pochi giorni fa c’e’ stato il
sopralluogo del ministro dello Sport Abodi, mentre quello
dell’Istruzione Valditara tornera’ a Caivano nei prossimi giorni,
“portando alcune misure concrete”. Imminente anche la visita
della presidente della commissione Antimafia, Chiara Colosimo,
che ha sentito don Patriciello per esprimergli vicinanza “dopo
l’ennesima dimostrazione di arroganza mafiosa”.
Bartolomeo Perna, da 18 anni preside dell’IC3 del Parco
Verde, che conta 600 alunni, non ha dubbi: gli spari sono “un
avvertimento per chi vive qui, una prova di forza. Loro lo sanno
che con lo Stato prima o poi perderanno. Ma alla gente, quella
che vive qui, con questi spari dicono ‘siamo feriti ma non
morti’. Insomma devono consolidare la loro presenza”. Una cosa e’
certa, secondo il parroco: “Gli uomini con il mitra sono
scappati. Ritorneranno. È certo. Nessuno sa dire quando, ma
ritorneranno”. La notte di terrore pero’ non mina la fiducia del
sacerdote nell’impegno delle istituzioni: “Dopo decenni di
abbandono non e’ che i problemi di Caivano si possano risolvere
in un giorno, con un colpo di spugna. Serve un lavoro duro e
duraturo, mettendo al bando polemiche strumentali. Dobbiamo
lavorare tutti insieme per garantire un futuro ai bambini di
questa terra”. Sui social, a caldo dopo la sparatoria, don
Maurizio se l’e’ presa con chi aveva contestato il dl Caivano:
“Voi tutti che avete criticato le forze dell’ordine e
l’intervento del governo, vergognatevi”. Poi chiarisce: “I
colori politici non mi interessano, chi si attacca a queste cose
non rende un buon servizio al Parco Verde. Serve uno sforzo
unitario da parte di tutti”.