Vittorio Lupoli, 41 anni, pugliese di Locorotondo, diplomi conseguiti presso Istituto Alberghiero e, più recentemente, cuocchi 1presso istitutoTecnico-Agrario, diverse esperienze come chef in alberghi e ristoranti in tutta Italia, sposato con una figlia.

Vittorio, come e quando è nata la passione per la cucina?

Cuochi si nasce e non lo si diventa. Ciò premesso, fin da bambino mi affascinava vedere mi anonna e mia madre in cucina alle prese con ingredienti, salse, ecc. Mi “nutrivo” di quei sapori ed aromi e, senza saperlo, dentro di me avevo già deciso cosa avrei fatto da grande: il cuoco.
Da qui la scelta di iscrivermi alla scuola alberghiera e subito dopo i primi passi, le prime esperienze..dalle pulizie in cucina all’emozione del primo piatto preparato con le mie mani..tanti sacrifici, tante rinunce ma anche tante soddisfazioni.

Quali sono le componenti alla base del successo di un cuoco?

La curiosità, la fame di conoscenza, la creatività..ma anche tanto studio, tanta tecnica e quello che amo definire “internalizzazione”. La gastronomia italiana ce l’abbiamo nel sangue, fa come parte del nostro DNA..l’incontro con altre cucine, altri sapori ti arricchisce, ti fa crescere. Ho lavorato a Milano in un ristorante messicano e questa esperienza professionale ha rappresentato un atappa molto importante nella mia crescita. E poi lo studio, il continuo aggiornamento..la chimica e la fisica degli alimenti, la zootecnia..La scelta dell’Istituto Tecnico Agrario va ascritto anche anche alla mia continua ricerca di suggestioni per innovare la tradizione culinaria del mio paese.

Cosa pensi delle cucine “minori” ?

Non esiste una cucina superiore ed una minore, ricca o povera ma, sempre e comunque, solo una buona cucina. La differenza la fanno la qualità e la passione.

E dello Street Food?

Contrariamente all’opinione diffusa, il “cibo da strada” non è un’invenzione americana ma ha avuto origine nel nostro paese. Gli spaghetti e la pizza sono stati i primi prodotti ad essere “testati” attraverso questo canale e grazie anche al successo registrato tra la gente, sono diventati componenti essenziali della cucina italiana e mondiale. La crisi economica, l’esiguità del tempo a disposizione per alimentarsi, un marketing aggressivo hanno decretato e consacrato il successo di questo tipo di cucina.
Per quanto mi riguarda, ci credo tanto che ho deciso di cimentarmi in una nuova sfida professionale.

Si spieghi meglio..

Ho accettato di mettere la mia esperienza al servizio di un gruppo di imprenditori italiani intenzionati a lanciare sul mercato spagnolo alcuni prodotti della cucina pugliese. Il veicolo commerciale sarà, appunto, lo street food. Il progetto, il paese mi hanno subito conquistato. La Spagna è unanimamente considerata la cucina al momento più creativa al mondo e il cimentarmi in un mercato così competitivo rappresenta una sfida ed una scommessa che non potevo non raccogliere.

Grazie Vittorio ed auguri per questa nuova avventura.

Mario Schintu

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