Il cambiamento climatico e’ anche un problema di salute, perche’ aumenta le malattie mortali, sia con
l’inquinamento atmosferico da fonti fossili, sia col diffondersi
della malattie infettive. E la lotta al cambiamento climatico fa
bene anche alla salute: la decarbonizzazione ripulisce l’aria,
una dieta piu’ verde riduce emissioni e disturbi di origine
alimentare.
Il rapporto fra cambiamento climatico ed emergenze sanitarie
e’ stato l’argomento di un webinar organizzato oggi
dall’ambasciata britannica in Italia, in vista della conferenza
Onu sul clima Cop26 di Glasgow a novembre e della preCop Giovani
di Milano a fine settembre.
Per la ministra britannica della Crescita sostenibile,
Anne-Marie Trevelyan, “il cambiamento climatico rappresenta una
grande sfida per la salute globale ed e’ associato ad un aumento
di 250.000 morti all’anno fra il 2030 e il 2050, attraverso
insicurezza alimentare e idrica, aumento delle malattie
infettive, eventi meteorologici estremi e accesso ridotto ai
servizi sanitari. Il costo stimato e’ fra 2 e 4 miliardi di
dollari all’anno. Malattie zoonotiche come il Covid-19
evidenziano il rapporto fra salute, clima e biodiversita’ “.
Il ministro Italiano della Transizione ecologica, Roberto
Cingolani, ha commentato che “possiamo mitigare il danno,
cercare di essere piu’ sobri nello sviluppo, almeno nei paesi che
se lo possono permettere. Ma rimane il problema che il pianeta
non e’ progettato per ospitare 8 miliardi di persone. Questo e’ un
dato di fatto, ma non e’ un motivo per non cercare soluzioni e
non cercare di eliminare le disuguaglianze”.
Nick Bridge, inviato speciale del Foreign Office per il
clima, ha spiegato che “8 milioni di persone ogni anno muoiono
per l’inquinamento atmosferico”. L’epidemiologo della London
School of Hygene & Tropical Medicine Paul Wilkinson ha ricordato
i benefici che la decarbonizzazione portera’ alla salute
pubblica: “La riduzione delle energie fossili fara’ ridurre gli
elementi tossici nell’aria dovuti alla combustione. Se il mondo
seguisse una dieta piu’ sana consigliata dall’Oms, le emissioni
di gas serra calerebbero del 17%”. Inoltre, ha ricordato
Wilkinson, “il clima e’ uno dei fattori che favoriscono la
diffusione delle zoonosi”.
Neil Jennings, del Grantham Institute for Climate Change
all’Imperial College, ha ricordato che “in Gran Bretagna si
calcola un costo dagli 8 alle 10 miliardi di sterline all’anno
per le malattie dovute all’inquinamento atnosferico”. Secondo
Jo Moir del Foreign, Development and Commonwealth Office, la
strategia del governo britannico sul rapporto ambiente-salute si
articola in tre punti: “Dieta salubre, migliorare la qualita’
dell’aria, costruire sistemi sanitari resilienti al cambiamento
climatico”.
Pasqualino Rossi del Ministero della Salute italiano ha messo
in luce che “ambiente e salute non possono piu’ essere disgiunte
nelle politiche degli stati. Quello che vogliamo fare e’ mettere
insieme dati sanitari e ambientali: devono parlarsi per
prevenire i danni”.
Secondo Paolo Vineis, professore italiano presso l’Imperial
College di Londra e vicepresidente del Consiglio superiore di
Sanita’ , “l’Europa deve impegnarsi in un ruolo di diplomazia
ambientale nel mondo. E la salute offre una leva per introdurre
il tema del cambiamentro climatico anche in paesi dove se ne
parla meno, come la Cina”.