Le festivita’ di fine anno sono state molto positive per il settore dell’agriturismo italiano e per i piccoli borghi rurali. Solo per la notte di San Silvestro, Coldiretti con Campagna Amica e Terranostra, stimano una schiera di oltre 350mila ospiti a tavola negli agriturismi italiani spinti dalla tendenza a ricercare la buona tavola, ma anche la tranquillita’ , lontano dal caos delle citta’ . E secondo un’indagine realizzata da Confagricoltura Bologna, oltre il 75% delle strutture associate ha registrato il tutto esaurito sia per Natale che per Capodanno. “Dopo gli ottimi numeri di quest’estate, i dati di questi giorni testimoniano il sempre crescente apprezzamento da parte dei turisti sia italiani che stranieri per il territorio rurale” commenta Marco Casali, vice direttore e responsabile del settore agriturismo di Confagricoltura Bologna. A differenza degli ultimi anni, sottolinea ancora Casali, “gran parte delle prenotazioni sono state per piu’ notti: e’ un trend che racconta perfettamente l’interesse che le persone nutrono per il turismo immersivo, che e’ in grado di offrire un’esperienza a stretto contatto con la natura e con le aziende agricole”. A mettere in luce la costante crescita del comparto agrituristico e’ il report pubblicato oggi dall’Istat che parla
di “lunga marcia” del settore. Il valore della produzione
agrituristica, nel 2022, e’ di poco inferiore a 1.517 milioni di
euro, rileva l’Istat, e contribuisce per il 4,4% alla formazione
del valore economico dell’intero settore agricolo. Rispetto al
2021 il valore economico del comparto aumenta del 30,5% e sembra
aver cosi’ superato la forte flessione dovuta alla crisi
sanitaria da Covid-19, in controtendenza rispetto all’intero
comparto agricolo.
Nel 2022 gli arrivi nelle strutture agrituristiche hanno
superato i quattro milioni, registrando un forte recupero non
solo rispetto al 2021 (+35%), ma anche rispetto al 2019 (+8,5%),
l’anno pre-pandemia. Complessivamente le aziende agrituristiche
del Centro e del Nord-Est ospitano il 73% degli agrituristi
(rispettivamente il 40,3% e il 32,9%). Tra le regioni si
conferma la forza attrattiva della Toscana (28,8%) e del
Trentino-Alto Adige/Su’ dtirol (16,9%) con la forte incidenza sul
totale nazionale della Provincia autonoma di Bolzano/Bozen
(13,5%). Per tutte le altre regioni la quota di agrituristi e’
inferiore del 10% e variano tra 9,5% del Veneto e 0,3% della
Valle d’Aosta. Rispetto al 2021 crescono gli arrivi in tutte le
macroaree geografiche. Il rapporto tra agrituristi italiani e
stranieri e’ 11 a 10. A livello regionale questo indice segnala
una forte prevalenza degli italiani in Molise (6,6), Basilicata
(4,2) e Abruzzo (4). Al contrario, gli stranieri, mediamente piu’
alto-spendenti, prevalgono nella Provincia autonoma di
Bolzano/Bozen (0,6), in Toscana (0,8) e nella Valle d’Aosta
(0,9).
La durata media della permanenza nelle strutture in generale
e’ 3,8 giorni, per gli stranieri 4,6 e per gli italiani 3,1
giorni. L’Istat precisa inoltre che il 64% dei Comuni italiani
annovera almeno un agriturismo sul proprio territorio, mentre
sono 11 i Comuni con almeno 100 aziende (Appiano sulla strada
del vino, Assisi, Caldaro sulla strada del vino, Castelrotto,
Cortona, Grosseto, Manciano, Montalcino, Montepulciano, Noto,
San Gimignano). Veri e propri distretti del turismo green. E nei
piccoli borghi “nasce il 92% delle produzioni tipiche
nazionali”, svela un’indagine Coldiretti/Symbola.