Benvenuta Dottoressa Iannotti, parlando del tema della cultura, ci troviamo negli interni della storica Biblioteca Nazionale dell’illustre Palazzo Reale, ci illustra anche un accenno, uno spezzone alla sua importante ed interessante carriera?
Sono Napoletana, lavoro presso la Biblioteca Nazionale da oltre 40 anni, iniziando come Bibliotecaria, poi successivamente ho avuto delle evoluzioni professionali, sono diventata Vicedirettrice, e poi Direttrice dal 3 gennaio 2022.
La Biblioteca Nazionale situata all’interno del Palazzo Reale, è definita la terza Biblioteca d’Italia, (dopo quella di Firenze e Roma), soprattutto per quanto riguarda la quantità del patrimonio. Parliamo di 2 milioni e mezzo di documenti. La Biblioteca Nazionale di Napoli è l’unica al mondo ad avere tra le sue raccolte la più antica biblioteca arrivata fino a noi. Stiamo parlando della biblioteca conservata nella villa dei Pisoni a Ercolano che nell’anno 79 D.C. viene sommersa dall’eruzione del Vesuvio e i cui documenti vengono recuperati nel 1754 quando negli scavi archeologici voluti dai Borbone ci sono restituiti interi volumi che raccolgono testi di filosofia di scuola epicurea. Questi rotoli di papiri che nel tempo, attraverso varie tecniche più o meno innovative sono stati srotolati ed abbiamo potuto leggerne i contenuti. In questo modo abbiamo recuperato testi di filosofia antica, raccolti da Filodemo da Gadara, filosofo e diffusore dell’epicureismo in Italia. I testi recuperati dall’indagine al microscopio dagli studiosi o con nuove metodiche che utilizzano i raggi infrarossi, ci permettono di accedere ai testi originali di filosofi che conoscevamo solo tramite le trascrizioni medievali.Il nucleo iniziale della Biblioteca Nazionale di Napoli, corrisponde alla ricca raccolta Farnese portata a Napoli da Carlo III di Borbone nel 1734. Quando arrivò a Napoli Carlo portò con sé la Biblioteca della sua famiglia, della famiglia della mamma Elisabetta Farnese che affondava le sue radici nel ‘500 con Alessandro Farnese che poi divenne Papa Paolo III, studioso, umanista, collezionista, che e si circondò di documenti preziosissimi. Abbiamo manoscritti miniati dove ogni pagina è una piccola opera d’arte, tra questi anche numerosi codici orientali. Un altro fiore all’occhiello che possiede solo la Biblioteca Nazionale è la raccolta di manoscritti di Leopardi che ci sono arrivati grazie alla donazione di Antonio Ranieri. Giacomo Leopardi termina i suoi giorni nella città di Napoli, portando con sé i suoi manoscritti che prima di morire li lascia al suo amico Antonio Ranieri, il quale a sua volta alla sua morte lascia un testamento dove stabilisce che questi documenti devono essere donati alla Biblioteca Nazionale di Napoli. Abbiamo più dell’ 80% di autografi Leopardiani in Biblioteca, tra cui lo Zibaldone, gli Idilli, le Operette morali, ecc.
Il nostro Istituto può vantare la raccolta più numerosa di incunaboli circa 5000, si tratta dei primi libri a stampa, dalle origini della stampa 1455 fino al 1499.
La bellezza della Biblioteca Nazionale è anche la posizione dove è collocata, all’interno dello storico Palazzo Reale che si affaccia sul Golfo di Napoli, una localizzazione che volle Benedetto Croce che si adoperò per spostarla dal Palazzo degli Studi oggi Museo Archeologico Nazionale al Palazzo Reale, sua attuale sede. Condividendo i locali del Palazzo degli Studi con il Museo si crearono problemi di convivenza per la mancanza di spazio, in seguito al trasferimento della biblioteca si potettero acquisire anche altre biblioteche di enti ecclesiastici, raccolte librarie preziose che erano già presenti sul territorio.
La Biblioteca è un organismo che si sviluppa e che cresce in continuazione, evolve, per cui, qualsiasi spazio ad un certo punto diventa stretto, di solito si sopperisce individuando depositi distaccati, come accade in tutte le Biblioteche Nazionali o in generale nelle grandi biblioteche storiche.
Come Biblioteca Nazionale di Napoli siamo rivolti con lo sguardo verso il futuro, abbiamo un’attenzione soprattutto sulle nuove tecnologie, abbiamo creato negli anni una rete interna che ha permesso la realizzazione di postazioni informatiche per l’utenza dove si possono consultare banche dati ed è possibile il collegamento ad internet. In questo modo abbiamo voluto dare un contributo sul territorio a superare il Digital Divide, cioè dare a chi non poteva permettersi la possibilità di una postazione informatica a casa un accesso libero alla rete per ricerche e studio La sala nasce nel 2006 e tutt’ora che abbiamo queste postazioni disponibili, abbiamo utenti, studenti, studiosi, che utilizzano le nostre banche dati, permettendo con l’aiuto del bibliotecario una ricerca di qualità. In biblioteca si fa formazione continua per tutti coloro che ne hanno bisogno in ambito di studio e ricerca, poiché “la Biblioteca deve essere vissuta in Biblioteca”, i bibliotecari, in quanto professionisti delle tecniche di ricerca e di analisi dell’informazione, danno un valore aggiunto alla semplice ricerca del documento. Un esempio, quando arrivano i giovani di alternanza scuola-lavoro, cerchiamo di trasmettere gli strumenti necessari per saper distinguere quelle che possono essere delle fake news dalle notizie scientificamente valide. Sull’argomento delle “fake news” c’è da dire che mentre internet ha illuso chi fa ricerca di poter avere e ricevere tutte le informazioni che si desiderano con un click sul proprio pc, che per certi versi è anche vero, d’altro canto il problema vero è capire come utilizzarle, dove cercarle e come distinguere le notizie vere da quelle false. Questa è tra l’altro una delle funzioni del bibliotecario, la biblioteca è uno spazio aperto a tutti, gratuito, disponibile, così come andare a scuola che è un diritto di tutti.
Direttrice Maria Iannotti, quante attivita’ e funzioni si svolgono all’interno della Biblioteca Nazionale?Da una parte la funzione della conservazione, quindi, conservare documenti preziosi come i papiri, i manoscritti, i libri antichi. Poi ci sono i servizi: la consultazione, il prestito, del document delivery, Ci sono attività di formazione; incontri, eventi, mostre, laboratori e gruppi di lettura. La biblioteca è un’agorà, una piazza del sapere dove ci si incontra, si scambiano idee, dove nascono progetti e ricerche scientifiche.
E’ importante lanciare un messaggio ai giovani, invogliarli alla conoscenza, non solo agli studenti universitari, ma soprattutto alle scuole. La lettura, la conoscenza, la cultura, l’ambiente della Biblioteca Nazionale, il Palazzo Reale, la storia antica della citta’ di Napoli?
Per i giovanissimi abbiamo un “Punto Lettura Nati per Leggere” è un programma di comunità che intende raggiungere il maggior numero possibile di bambine e bambini, da zero a sei anni, per tutelare il loro diritto alle storie e garantire l’accesso a libri di qualità in spazi di lettura attrezzati ed accoglienti. Soddisfiamo varie esigenze delle nostre utenze, quindi a partire dai bambini con i libri letti nel punto lettura, abbiamo aperto uno scaffale per bambini dislessici, con i libri ad alta leggibilita’. Arrivano da noi studenti dalle scuole che svolgono l’alternanza scuola-lavoro, gli studenti universitari che svolgono i periodi di tirocini, ci sono i ricercatori che approfondiscono le loro ricerche. La Biblioteca come qualsiasi laboratorio scientifico è fucina di ulteriore risorse e conoscenza, si parte da una ricerca e si sviluppa andando in campi che non si erano previsti precedentemente, come in qualsiasi ricerca scientifica.
Siamo al Palazzo Reale, la Biblioteca Nazionale è una istituzione?
Al Palazzo Reale nella parte dove ha sede la Biblioteca Nazionale, lato direzione, c’è un maestoso ed elegante giardino pensile, accompagnato da una vista mozzafiato. La prima parte del Palazzo Reale che affaccia su Piazza del Plebiscito, la prima pietra venne messa nel ‘600, quindi nacque con il Vicereame spagnolo, poi tutta la parte posteriore è stata costruita, sviluppata nel tempo. La parte dove ha sede la Biblioteca era la zona degli appartamenti privati dei regnanti. La storia, in effetti di tutta l’Italia Meridionale, e di Napoli è all’interno e all’esterno della Biblioteca, contenuto e contenitore sono strettamente collegati dalle stesse origini.
Progetti?Abbiamo una Mostra in atto con il titolo “Napoli in scena” sulla storia del Teatro Napoletano, la biblioteca possiede una ricca raccolta sulle arti dello spettacolo nella sezione Lucchesi Palli, specializzata sulla musica, sul teatro di prosa, sul cinema ecc. Realizziamo spesso delle mostre che valorizzano il nostro patrimonio, costruendo dei percorsi espositivi che nel caso della mostra in atto oltre ad usufruire dei documenti, delle immagini e dei copioni degli artisti conservati nelle nostre raccolte, è arricchita da proiezioni e suoni creando un percorso espositivo di tipo immersivo.
In questo momento sono in atto lavori di ricerca sui Papiri, stiamo collaborando con l’Universita’ del Kentucky con l’obiettivo, applicando nuove tecnologie, di riuscire a leggere all’interno dei papiri senza essere srotolati, quindi senza rischiare di perdere dei pezzi poiché sono delicatissimi. Con l’Università degli Studi di Pisa, tramite un progetto europeo, stiamo applicando la tecnica multispettrale per leggere nel modo più approfondito possibile gli strati sovrapposti dei papiri svolti. Siamo in continua evoluzione. Stiamo realizzando dei grossi lavori sui manoscritti miniati, abbiamo vari eventi che sono in programmazione.
Un aspetto fondamentale su cui vorrei porre l’attenzione, è la mancanza di personale, poiché il nostro organico prevede 221 unità, ne siamo circa in 75, e nonostante tutto cerchiamo di mantenere uno standard di livello alto per i servizi al pubblico, diventa però veramente difficile, quasi insostenibile in certi momenti. Realizziamo diversi stage, sono presenti in Biblioteca diversi tirocinanti, vogliamo realizzare progetti che puntano il più possibile a catalogare quella parte del patrimonio non ancora catalogato. Sarebbe opportuno realizzare dei progetti, concorsi, che diano la possibilità ai giovani di poter entrare nel mondo del lavoro, personale nuovo a cui potremmo trasferire la nostra esperienza acquisita nel tempo. Un turnover, un passaggio di testimone, ecco la mia speranza è questa, di vederlo realizzato.
Un prossimo evento?Collateralmente alla Mostra abbiamo realizzato una serie di incontri con i testimoni del Teatro Napoletano, incontreremo attrici, registi e interpreti del mondo artistico che ci riportano esperienze inedite, episodi di vita vissuta anche con grandi personaggi come Eduardo De Filippo ed altri illustri artisti. Abbiamo un incontro con Mariolina Cozzi Scarpetta, una studiosa ed erede della famiglia Scarpetta, con Francesco Saponaro, regista napoletano, che ha realizzato anche delle commedie di Scarpetta. Abbiamo diversi incontri, con Isa Danieli e con l’attore Mariano Rigillo, nel mese di settembre 2022 ci sarà anche un incontro con Marisa Laurito. Tutti professionisti che ci restituiscono quella che è stata e che è ancora tutt’oggi la tradizione della commedia del teatro napoletano.
La citta’ di Napoli, la Regione Campania, e’ seguita veramente da tutto il mondo?
Napoli è una citta’ dove vengono in visita da tutto il mondo ma e’ una citta’ anche difficile. Ci sono luci ed ombre, le ombre spesso sono anche molto scure e abbastanza terribili, pero’ e’ la natura del popolo napoletano riuscire a rialzarsi anche nei momenti di tragedia in alcuni casi. Certo se Napoli come tutta l’Italia Meridionale avesse maggiori investimenti, maggiore lavoro, avrebbe sicuramente maggiori chances per realizzare tutto il suo potenziale umano. E’ importante avere lavoro, autonomia economica, benessere generalizzato che rende possibile uno sviluppo culturale, allo stesso tempo una disseminazione dei presidii culturali, come le Biblioteche sul territorio danno la possibilita’ a tutti di evolversi culturalmente e quindi la ricaduta per tutta la società sarebbe sicuramente una migliore sostenibilità sociale e ambientale. La formazione nelle nostre Universita’ napoletane e’ molto alta, i nostri giovani vengono istruiti e ben formati ma poi devono andare via per poter lavorare. Ed e’ un peccato investire nei nostri cervelli per poi lasciarli andare al Nord per trovare lavoro, se non anche all’Estero. Questo è un peccato, soprattutto per l’Italia Meridionale. Non tutto si basa sul turismo, si deve guardare anche ad altri settori come l’agricoltura, l’artigianato, bisogna sviluppare, diversificare, l’offerta del lavoro, dare la possibilita’ a tutti di realizzarsi. Un lavoro di prospettiva, guardare avanti e superare alcuni limiti, un impegno di tutti.
A cura di Valentina Busiello