La magia dell’Epifania trasforma da oggi Piazza Mercato, a Napoli, nel villaggio della Befana, che fino alla mezzanotte del 5 gennaio offre casette in legno e addobbi luminosi – pagati dai commercianti – che caratterizzano un villaggio con venditori di giocattoli e dolci per la calza. “Questa piazza – spiega l’assessore al commercio di Napoli Teresa Armato – ha una grande tradizione di commercio che rivive proprio in questi giorni, che sono anche l’occasione per una riflessione sul rilancio del luogo. Abbiamo voluto fortemente la seconda edizione della tre giorni della Befana, proprio per far
rivivere la grande tradizione di questa piazza, presente nei ricordi di ognuno di noi, quando da ragazzini venivamo qui per
le calze e i giocattoli. L’intento e’ ora quello di restituire a Piazza Mercato la sua identita’ piu’ profonda, specifica e
tradizionale, quella del commercio”. Il villaggio durera’ fino alla notte del 5 gennaio, quando ci sara’ anche l’atteso concerto nella Notte Bianca di Enzo Gragnaniello. L’iniziativa rientra nella rassegna “Vedi Napoli a Natale e poi torni”, finanziato e promosso dall’Assessorato al Turismo e alle Attivita’ produttive del Comune di Napoli. Tra i protagonisti dell’iniziativa, Gianfranco Wurzburger, presidente Asso.Gio.Ca. un’associazione che si occupa da oltre
venti anni di minori a rischio: “ci saranno – spiega – tanti
giocattoli anche per i bimbi di famiglie in difficolta’ , raccolti
con la Gioventu’ Cattolica insieme alla rete delle associazioni
del territorio, perche’ vogliamo regalare un sorriso a tutti i
bambini di Napoli”. Wuzburger sta lavorando anche alla rinascita
della piazza: “C’e’ una forte voglia di far risollevare questo
territorio, partendo proprio da Piazza Mercato. Noi stiamo
facendo una battaglia insieme alle associazioni, insieme al
Comune di Napoli e con la Municipalita’ perche’ qui torni un
mercato permanente. In questi anni, la principale difficolta’ e’
stata quella di convincere gli investitori privati che qui ci
sono grandi potenzialita’ . Ora stiamo ragionando e lavorando su
questo, anche con chi prima aveva in zona delle grosse aziende
che poi sono dientate dei grossi marchi, come Yamamay e Carpisa,
e con gli altri commercianti”.