I dati dell’Istat sulla mortalita’, che vedono un aumento nei primi mesi del 2015, ‘vanno analizzati con cautela’. Lo afferma l’istituto di statistica in un comunicato. “Nel 2015 sembra esserci un nuovo “rimbalzo” in avanti del numero dei decessi, soprattutto nei primi tre mesi dell’anno (i piu’ freddi) e nel mese di luglio – si legge nella nota – che potrebbe essere in parte causato, oltre che dall’invecchiamento della popolazione (dato strutturale) anche dal recupero delle diminuzioni registrate nei due anni precedenti”. Secondo l’istituto, l’andamento mensile dei decessi nel 2015 appare meno eccessivo se confrontato con il 2012, il 2013 e il 2014. “Nel complesso nel 2012 i decessi sono stati 612.883 (19.481 in piu’ rispetto al 2011, +3,3%), nel 2013 sono stati 600.744 (-12.139 rispetto al 2012, -2,0%) e nel 2014 sono stati 598.364 (-2.380 rispetto al 2013, -0,4%). Questo accade perche’ a fronte di una tendenza all’aumento del numero dei decessi per effetto dell’invecchiamento della popolazione si possono verificare da un anno all’altro delle oscillazioni di natura congiunturale legate a molti fattori, ad esempio climatici o epidemiologici”. “A fronte di un aumento del numero di morti – conclude l’istituto – non vi sono dunque elementi nuovi sulle probabilita’ di morte o di sopravvivenza ne’ tantomeno elementi per suffragare altre ipotesi sulle cause della recente crescita dei decessi nel
nostro Paese”. L’Istat pertanto “invita alla cautela nelle analisi dei dati di mortalita'”.