Sanda, conosciuta anche come Kickboxing cinese o Sanshou, è una disciplina marziale moderna che fonde tradizione e innovazione. Per capire meglio questa affascinante arte marziale, abbiamo intervistato Fabrizio Moschella, trainer esperto di Sanda, proprietario della palestra La Fenice di Pianura,  che ci guiderà attraverso la storia, le tecniche e l’evoluzione di questo stile di combattimento.

Iniziamo con una domanda fondamentale: che cos’è il Sanda e cosa lo rende unico rispetto ad altre arti marziali?

Il Sanda è un sistema di combattimento sviluppato in Cina che combina pugni, calci, proiezioni e prese. A differenza di altre discipline, come la Kickboxing o la Muay Thai, il Sanda pone grande enfasi sulle tecniche di proiezione e sbilanciamento, rendendolo uno stile molto versatile e realistico in situazioni di combattimento.

Quali sono le origini del Sanda?

Il Sanda ha radici antiche, risalenti ai sistemi di combattimento utilizzati dai guerrieri cinesi. Nel corso dei secoli, queste tecniche sono state codificate e perfezionate, fino a essere adottate ufficialmente come disciplina sportiva e metodo di addestramento per le forze dell’ordine e militari cinesi.

Dal punto di vista tecnico, quali sono gli elementi chiave del Sanda?

Il Sanda si basa su quattro elementi principali:

Colpi di pugno – derivati dalla boxe occidentale e dalla tradizione marziale cinese.

Calci – potenti e dinamici, spesso ispirati alle tecniche del Wushu.

Proiezioni e sbilanciamenti – un aspetto distintivo del Sanda, che permette di sfruttare l’equilibrio dell’avversario a proprio vantaggio.

Difesa e contromosse – fondamentali per neutralizzare gli attacchi e rispondere in modo efficace.

Come si allena un praticante di Sanda?

L’allenamento è molto intenso e comprende:

Condizionamento fisico, per sviluppare forza, velocità e resistenza.

Tecniche di base, ripetute fino alla perfezione.

Sparring controllato, per applicare le tecniche in situazioni reali.

Strategie di combattimento, per migliorare la capacità di adattamento in gara o in situazioni di autodifesa.

Il Sanda è solo uno sport da combattimento o ha anche un valore pratico nell’autodifesa?

Entrambe le cose. Se da un lato il Sanda è una disciplina sportiva con regole precise, dall’altro mantiene un forte legame con la difesa personale. Le sue tecniche di proiezione e attacco rapido lo rendono estremamente efficace in situazioni reali.

Come vedi il futuro del Sanda nel panorama delle arti marziali?

Il Sanda sta crescendo a livello globale, grazie anche alla sua spettacolarità e alla sua efficacia. Sempre più atleti lo scelgono come disciplina principale o come complemento ad altre arti marziali. Con il tempo, potrebbe guadagnare ancora più riconoscimento nel mondo delle competizioni internazionali.

Un consiglio per chi vuole avvicinarsi al Sanda?

Avvicinatevi con curiosità e dedizione. Il Sanda è impegnativo, ma offre grandissime soddisfazioni, sia a livello fisico che mentale. Con il giusto allenamento e la passione, può diventare un’arte marziale che cambia la vita.
Questa intervista con Fabrizio Moschella ci ha permesso di esplorare il mondo del Sanda, una disciplina che fonde tradizione e modernità in un sistema di combattimento completo e affascinante.

M.O