I turisti del futuro raggiungeranno la Grotta Azzurra di Capri a bordo di gozzi alimentati da motore elettrico. E non si fermeranno al semaforo con le loro macchine perche’ il traffico sara’ regolato da sensori applicati ai pali della luce. Effetti del progetto ‘Capri Smart Island’ cui lavorano tre universita’ (Napoli, Genova e Milano) piu’ il Cnr, per rendere Capri una smart city, vale a dire una di quelle citta’ in grado di coniugare al meglio lo sviluppo sostenibile. O meglio ancora un’isola green. Quando tutto questo sara’ qualcosa piu’ di un sogno per visionari dipendera’, come spesso capita, dalla rapidita’ con cui arriveranno i fondi europei destinati all’iniziativa. Del progetto si e’ discusso oggi a Napoli nel corso di un appuntamento all’Accademia delle Belle Arti promosso da Rcs. Di smart cities, e del progetto Capri infatti, parlano oggi il supplemento ‘Orizzonte Sud’ in edicola con il Corriere del Mezzogiorno e il nuovo numero di Corriere Innovazione uscito in abbinamento con il Corriere della Sera. “Pensiamo di fare di Capri un network di sensori – ha spiegato Paola Girdinio, dell’Universita’ di Genova – anche se non e’ semplice calare in un’isola come Capri i concetti propri di una smart city”. Il progetto prevede una serie di applicazioni Ict collegate alla rete di illuminazione per la connessione wifi, per l’installazione di display informativi, per le previsioni meteo, per la videosorveglianza e anche per monitorare chi abbandona i rifiuti laddove e’ previsto un divieto. “La prima idea – ha rivelato Marco Zigon, presidente della Fondazione Matching Energies che nel progetto ha creduto – era quella di sviluppare il progetto su un quartiere di Napoli ma poi abbiamo visto che da parte dell’amministrazione non c’era lo stesso interesse che ha mostrato invece il Comune di Capri. L’idea di smart city va a braccetto con l’idea di un progresso sostenibile come obiettivo del prossimo secolo”. D’accordo il presidente del Cnr Gino Nicolais che ha sottolineato come il progetto nasca con l’idea di creare un dimostratore di tecnologie. “Uno dei punti di debolezza del Mezzogiorno – ha detto – e’ quello di non usare bene i risultati delle nostre ricerche. Serve un cambio di mentalita’ per metterci alla pari con gli altri paesi europei”. Sulle prospettive legate al concetto di smart city si e’ soffermato Fabio Filocamo, presidente di ‘Alumni Harvard in Italia’: “La sfida – ha detto – e’ capire come ripensare le proprie professioni alla luce di quello che sta accadendo. Napoli puo’ essere una citta’ smart anche se oggi vedo Milano come la metropoli che si sta dando una visione piu’ smart rispetto a Roma e Napoli”. “In realta’ i cittadini sono gia’ pronti per una svolta smart” ha sottolineato Michelangelo Suigo, responsabile Public Affairs di Vodafone. La possibilita’ di trasformare in economia circolare la gestione dei rifiuti e’ una delle possibilita’ legate allo sviluppo delle ‘smart cities’ come ha evidenziato Walter Facciotto, direttore generale Conai. Un nuovo modello di sviluppo sponsorizzato anche dal governo. “In Campania ci sono settori con ampi margini di sviluppo – ha sottolineato il sottosegretario alla Presidenza Claudio De Vincenti, intervenuto con una clip – parlo di nuove attivita’ legate alle tecnologie, alla farmaceutica e alle start up”. Dal sottosegretario anche un richiamo sull’utilizzo dei fondi Ue: “La Campania – ha ricordato – deve recuperare il terreno perduto sulla vecchia programmazione dove raggiunge il 60% della spesa