I giovani che raggiungono la laurea riducono drasticamente il loro rischio di malattia coronarica, e quindi di infarto, nel corso della vita. A dirlo e’ uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica British Medical Journal, condotto cuore-1in collaborazione tra le universita’ di Oxford, Londra, Losanna e, tra gli altri, il Centro Ricerche in Epidemiologia e Medicina Preventiva (Epimed) dell’Universita’ dell’Insubria, che ha coordinato e analizzato i dati. “Il legame tra bassa educazione e incremento di rischio coronarico e’ noto da tempo – spiegano gli esperti – ma e’ sempre stato attribuito ad altri fattori, quali fumo, dieta ed attivita’ fisica. Questo studio e’ il primo a evidenziare il legame di causa tra educazione e infarto”. In qualche modo, la voglia e la capacita’ di studiare sarebbero ereditate geneticamente dai genitori. “In maniera casuale, alcuni bambini ricevono tratti genetici predisponenti a stare a scuola un numero maggiore di anni – proseguono i ricercatori – mentre altri ricevono geni predisponenti a starci meno anni. Analizzando questi dati, si e’ visto che 3,6 anni aggiuntivi di scolarita’ causano il 33% in meno di eventi coronarici”. Questo studio, commenta Giovanni Veronesi, co-autore dell’articolo e ricercatore al Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Universita’ dell’Insubria, “apre un nuovo capitolo nella lotta alle malattie cardiovascolari, che ancora oggi sono tra le prime cause di morte in Europa ed in Italia. I risultati devono stimolare il dialogo tra la comunita’ medico-scientifica, la classe politica e gli operatori di salute pubblica per pianificare strategie volte a incoraggiare i giovani a migliorare sempre il proprio livello di educazione. Infatti, interventi come la riduzione delle tasse scolastiche, o il contrasto dell’abbandono scolastico precoce, potrebbero diventare misure con riflessi positivi in termini di salute pubblica, con forte impatto sulla prevenzione delle malattie coronariche”.