Genova – Con una decisione inattesa, la Corte Suprema indiana ha annullato la condanna all’ergastolo inflitta all’albenganese Tomaso Bruno e alla torineseElisabetta Boncompagni, pronunciata dall’Alta corte dell’Uttar Pradesh, disponendone l’immediata liberazione.
I due erano accusati di aver ucciso l’amico Francesco Montis nel corso di un viaggio in India ed erano stati condannati all’ergastolo in primo e secondo grado. Tomaso ed Elisabetta sono rimasti in carcere quasi 5 anni: subito dopo aver appreso la decisione della Corte Suprema di annullare la condanna all’ergastolo, l’ambasciata d’Italia ha avviato le procedure per ottenere il loro rilascio dal carcere e disporne il rientro in Italia.
Il direttore del carcere di Varanasi, Ashish Tiwari, ha raccontato che «quando li ho convocati nel mio ufficio per dire che sarebbero stati scarcerati pensavano che scherzassi», ma poi «sono stati sopraffatti dalla gioia».
La madre di Tomaso, Marina Maurizio, è stata subito informata dell’esito favorevole del ricorso, mentre gli avvocati della famiglia si sono messi al lavoro per ottenere copia della sentenza con cui chiedere alle autorità giudiziarie e penitenziarie dell’Uttar Pradesh il rilascio dei due italiani dal carcere di Varanasi. È possibile che per finalizzare queste procedure siano necessarie almeno 24 ore, dopodiché, una volta riottenuti i passaporti, sarà possibile farli rientrare in Italia. La mamma di Tomaso ha spiegato che «l’ambasciatore li porterà da Varanasi e Delhi, quindi farà loro i documenti e li imbarcherà su un aereo: torneranno a casa presto, forse già entro il fine settimana».
Fonti legali indiane hanno indicato che «in teoria» la Procura dell’Uttar Pradesh potrebbe chiedere in esxtremis una “review” (una “revisione”) della sentenza di annullamento della condanna all’ergastolo, ma che tale ipotesi «è praticamente esclusa».
La gioia dei genitori di Tomaso e di tutta Albenga
Questa mattina, il papà di Tomaso, Luigi Euro Bruno, ha raccontato al Secolo XIX, con la voce spezzata da un pianto di gioia, che «alle 6.15 ci ha chiamato l’ambasciatore Mancini per darci una notizia che aspettavamo da 5 anni, senza mollare mai. Lo stesso ha fatto con Tom ed Elisabetta, che sono esplosi dalla felicità. Per noi è la fine di un incubo, una giornata straordinaria, ora si sta cercando una soluzione immediata per la sistemazione dei ragazzi, dal momento che saranno rilasciati a breve: forse verranno ospitati in ambasciata prima del ritorno in Italia. I tempi dovrebbero essere strettissimi».
Mamma Marina ha raccontato che appena ha alzato la cornetta l’ambasciatore le ha gridato «liberi, liberi!», perché «non ha voluto farmi attendere un secondo di più per sapere la notizia: siamo al settimo cielo, sapevamo che i nostri ragazzi non avevano colpe». Anche Albenga si prepara ad accogliere il “suo” Tomaso: «È una giornata stupenda, ci prepariamo a organizzare una grande festa per il rientro del ragazzo», ha annunciato il sindaco, Giorgio Cangiano.