Quando si parla di probabilita’ di un’eruzione del vulcano Campi Flegrei occorre distinguere il ‘rischio’ dalla ‘pericolosita’ ‘, due termini che non sono sinonimi. E’ quanto sottolinea Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell’Ingv, a proposito .”Nell’incontro informativo con la cittadinanza organizzato dal Comune di Pozzuoli, l’Ingv – afferma Bianco – ha esposto con la massima trasparenza i dati scientifici dello stato della caldera. Gli studi contengono valutazioni di ‘pericolosita’ ‘, ovvero della probabilita’ che l’area sia interessata da fenomeni vulcanici piu’ o meno intensi in un certo intervallo di tempo. Il ‘rischio’, invece, e’ il risultato di variabili diverse da zona a zona quali pericolosita’ , esposizione e vulnerabilita’ “. Nell’incontro sono state esposte le probabilita’ dei diversi tipi di eruzione nel caso in cui la situazione evolva verso una crisi vulcanica. “La comunita’ scientifica, che si occupa di ‘pericolosita’
prosegue Bianco – ha elaborato delle percentuali dei diversi
tipi di eruzione dei Campi Flegrei basate sulla storia e sul
comportamento passati della caldera che annovera un ricco
database con oltre 70 eruzioni solo negli ultimi 15.000 anni”.
Nello specifico, viene ribadito, queste sono le percentuali:
11%, eruzione effusiva (tipo colata di lava di Monte Olibano);
60%, eruzione esplosiva piccola (eventi tipo l’eruzione di Monte
Nuovo del 1538); 25%, eruzione esplosiva media (tipo quella di
Astroni avvenuta circa 4000 anni fa); 4%, eruzione esplosiva
grande (come l’eruzione pliniana di circa 4.500 anni fa di
Agnano-Monte Spina). Invece, la probabilita’ di una ‘super
eruzione’ (come quelle avvenute 40.000 e 15.000 anni fa,
dell’Ignimbrite Campana e del Tufo Giallo Napoletano) e’
inferiore all’1%, conclude Bianco.
“Il vulcano Campi Flegrei e’ monitorato da una fitta rete
multiparametrica in continua evoluzione, che si estende anche in
mare, dove si trova circa il 50% della caldera stessa”, ha detto
Mauro Di Vito, Direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv.
La sua implementazione avviene grazie ad una serie di progetti
finanziati anche dalla Regione Campania. “Attualmente, il
vulcano e’ in una fase di allerta gialla e le sue variazioni sono
rilevate e valutate h24, senza interruzione. Nel caso in cui si
evidenzino anomalie rilevanti, immediatamente scatterebbero le
procedure di comunicazione alle istituzioni coinvolte, con la
massima celerita’ “, ha concluso Di Vito.