E anche più eleganti, ammesso si possatirare ù ballo il concetto di eleganza di fronte a questi corpi istoriati con graffiti indelebili. Gli inchiostri sono molto più luminosi, il grigio è brillante. Sembra tramontata l’era dei tatuaggi kolossal, la narrativa fiammeggiante, le scene di massa, il decorativismo barocco.Tornano la stellina, il defino, il tramonto, i cuori, l’immagine intimista tutta da scoprire. La piccola frase tatuata nell’incavo del gomito è consolatoria in chiave post pandemia: “Vedrai, tutto andrà bene!” O anche: “Non sono positivo e me ne vanto,” Smaglianti o opachi che siano, vistosi o discreti, i tatuaggi continuano a rappresentare il non oscuro oggetto del desiderio, bene al di sopra di una moda, Italia terra di tatuati, voraci e irrequieti, stufi dell’indelebile e difficili da soddisfare, se è vero che sei persone su dieci Girebbero cancellare i loro tatuaggi, strada faticosa e in salita. Sono sette milioni i nostri connazionali tatuati, una cifra di tutto rispetto. Il 12,8 per cento della popolazione ha almeno un disegno permanente impresso sull’epidermide. Secondo uno studio condotto dall’Istituto superiore di sanità eseguito su un campione composto di 7.608 individui – età minima 12 anni – nel nostro Paese le donne sono più tatuate degli uomini: ha almeno un tatuaggio il 13,8 per cento della popolazione femminile. Tra gli uomini la percentuale scende all’11,7 per cento e le parti del corpo più istoriate sono , le spalle e le gambe, mentre le donne preferiscono tatuarsi sulla schiena, sui piedi e alle caviglie. Stando ai dati emersi dallo studio, il primo tatuaggio viene eseguito in inedia all’età dì 25 anni, e la fascia della po polazione più tatuata è quella tra i 35 e i 44 anni. Il tatoo continua ad esercitare grande suggestione anche sui • teenager: trai 12 e i 17 anni il7,7 ne ha almeno uno. Ancora alto, oltre il 13 per cento.il numero di chi sitatua in un centro non idoneo, ignorando rischi e controindicazioni