Il rione, con i suoi vicoli, i suoi bassi, i suoi archi; il rione, con la sua chiesa, le sue ore, i suoi lavori; il rione, con i suoi sogni, le sue amarezze, le sue condivisioni; il rione, con la sua gente. Tutto questo e’ stato messo in scena al teatro Supercinema di Castellammare di Stabia (Napoli=, dagli allievi della Scuola di Cinema e Teatro” La Ribalta”, diretta da Marianna De Martino. “Int’ ‘o rione”, lo spettacolo tratto dall’opera prima di Annibale Ruccello, maestro della scrittura d’invenzione linguistica di origini stabiesi e precocemente scomparso, riadattato e diretto da Silvana Pirone, ha raccontato delle molteplicita’ di una comunita’ rionale, povera, ma proiettata al futuro, un futuro immediato, quale puo’ essere l’incipiente festa del Natale, che fa ritrovare il senso della comunita’ e sembra appianare contrasti e dare nuovo significato alle diverse umanita’. Ma soprattutto un futuro sognato da chi vuole uscire da una condizione esistenziale, a cui la nascita o il fato lo hanno destinato. Il rione, quindi, da luogo fisico si trasforma in una caratteristica dell’animo di tutti i suoi abitanti, “‘o stritt” da cui ci si vuole allontanare, per emanciparsi, cambiare la propria vita ed a cui si vuole ritornare, quando ci si ritova soli; quel luogo che non ti permette di essere cio’ che sei per pregiudizi e discriminazioni, ma che ti da’ anche la sicurezza di
ricevere sempre “un caffe’ caldo”, frutta fresca e compagnia
anche nell’ultima ora.
Con questo testo l’autore si interroga su quale possa essere
il confine tra scelta, volonta’, fato o religione ed i ragazzi de
La Ribalta hanno in pieno colto lo spirito del lavoro
drammaturgico, corredandolo da tipizzazioni dei vari personaggi
che hanno fatto sorridere, ma che hanno dato cuore e anima alla
scena. L’unicita’ del rione e’ frutto delle unicita’ dei suoi
abitanti, ed i giovani attori, ognuno con le proprie capacita’ e
personalita’, hanno reso unico lo spettacolo.