Canterò per un’ora, aggiungendo alla scaletta dei miei successi tre brani di Daniele, a cui lo show è dedicato. Mi manca e mi lega a Napoli, città che amo
Il 2025, per Napoli, ma non solo, continuerà come inizierà: nel nome di Pino Daniele. È a lui che è dedicato, verrebbe da dire inevitabilmente visto il doppio anniversario prossimo venturo (il 4 gennaio i 10 anni dalla morte, il 19 marzo i 70 anni dalla nascita), il Capodanno di piazza del Plebiscito, affidato domani sera alla direzione artistica di Gianni Simioli: a mezzanotte il saluto corale sulle note, anche qui inevitabili, di «Napule è», prima e dopo in scaletta James Senese con «Chi tene ‘o mare»; «Senza ‘e te», Mavi con «Sambaccussi’», «Chillo e’ ‘nu buono guaglione»; Gabriele Esposito con «O’ssaje comme fa ‘o core».
Ma, in un cast che unisce generazioni e stili e prevede anche la presenza di Raiz (per un tributo ai suoi Almamegretta), di Massimiliano Gallo (con gli auguri per i 2.500 anni di Partenope), di Sal Da Vinci e di Gigi & Ross, la protagonista assoluta sarà Loredana Berté, settantaquattrenne scugnizza di Bagnara Calabra, fata turchina del rock italiano e, soprattutto, «pettirosso da combattimento», presenza in direzione ostinata e contraria sul fronte di una canzone italiana sin troppo omologata, pacificata, normalizzata. Tutti aggettivi che con lei non si potranno usare mai.