Anche la Siria, dopo i raid degli Stati Uniti, della Francia e della Gran Bretagna, è entrata in gioco per spingere la formazione del nuovo governo. Questione d’urgenza, anche internazionale. Pare però che sia tutto inutile. Sarà probabilmente il presidente della Repubblica a sbloccare la situazione conferendo nei prossimi giorni un incarico esplorativo al presidente del Senato o della Camera. Forse si orienterà su Maria Elisabetta Alberti Casellati, non solo perché è la seconda carica dello Stato, ma anche per la sua provenienza da Forza Italia. Che c’entra? Con un Berlusconi ormai sempre in prima linea come “bastian contrario”, una sua donna di fiducia incaricata di formare un esecutivo potrebbe diventare un buon antidoto contro le “sceneggiate” divisorie dell’ex Cav.. Quest’ultimo ragionamento, comunque, il presidente Mattarella, se pur lo farà, non lo ammetterà mai.
Berlusconi in questa fase non perde occasione per “distinguersi” dai suoi alleati, Lega e Fratelli d’Italia. E lo fa non curandosi delle conseguenze politiche delle sue “prese di posizione”. Al secondo giro di consultazioni da Mattarella, quando Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia sono saliti al Colle in un’unica delegazione, mentre Matteo Salvini illustrava alla stampa le opinioni espresse dal Centro-destra al Capo dello Stato lui, Silvio, non è rimasto a guardare. Ha spostato l’attenzione dal presidente della Lega su se stesso, con gesti ed ammiccamenti come volesse sottolineare platealmente le cose che venivano dette. Eppoi, alla fine dell’intervento di Salvini, ha preso il microfono ed ha sparato ad alzo zero contro Di Maio e compagni. Insomma, ogni occasione è buona per “colpire” i grillini, ma anche per converso gli alleati. Certo, un modo come un altro per stare al centro della scena, per sottolineare il ruolo non secondario di Forza Italia, per provare a rilanciare un partito personale che sta andando giù nei consensi.
A Silvio i “siparietti” con i suoi avversari sono sempre piaciuti. Un modo a suo avviso simpatico per sottolineare le distanze dai sui nemici, senza causare scontri diretti. Quando era il padrone di casa a Palazzo Chigi, nel suo secondo governo, ne ha messi in scena diversi. Chi scrive ne ricorda uno di cui fu testimone.
Nella storica sala verde c’era una riunione con le rappresentanze del mondo delle imprese e del lavoro. C’erano i rappresentanti di Confindustria, di Cgil, Cisl, Uil, eppoi del mondo agricolo e via dicendo. Quel giorno al tavolo del governo sedeva un Berlusconi sorridente, con a fianco il fido furiere, moderatore, amico e tante altre cose, Gianni Letta. Comincia la discussione. Ad un certo punto Coferati, seduto al centro tra Luigi Angeletti e Savino Pezzotta, fa una serie di appunti al Cav. che questi non gradisce. Il segretario generale della Cgil era già nella sua lista nera e il Presidente aspettava un suo attacco per metterlo k.o.. Gianni Letta, che sedeva a fianco di Berlusconi, aveva capito tutto e provò ad intervenire da paciere, mentre con la mano destra tentava di bloccare un Berlusca sornione che cominciò a raccontare una sua storia personale, mentre guardava negli occhi il suo dirimpettaio.
“Una sera – cominciò a narrare il presidente del Consiglio – decisi di raccontare a mamma Rosa il dilemma che avevo: rimanere a fare l’imprenditore o scendere in politica, visto che il Paese aveva bisogno di me”. Incurante degli sguardi di sorpresa dei ministri che aveva vicino, il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Letizia Moratti e quello delle Politiche Agricole e Forestali, Gianni Alemanno, ma anche di altri, continuò il racconto. Mamma Rosa a sentire che il figlio pensava di buttarsi nell’agone politico rabbrividì. E in tutti i modi provò a convincerlo che non poteva lasciare le sue aziende. Potete immaginare come Silvio si ritirò nella sua camera da letto, con nessuna voglia di dormire, pensando alla mamma. Alle sette del mattino sentì bussare alla sua porta. Era mamma Rosa che gli confidò che non aveva chiuso occhio tutta la notte pensando alle cose che le aveva detto il figliolo. Era sconvolta mamma Rosa, quasi balbettava e disse a Silvio: “ho pensato a quello che mi hai detto ieri sera. Ho sbagliato io. Tu solo puoi salvare l’Italia”.
I tempi sono cambiati ma il Berlusca, ex Cav. ed ex Caimano, non l’ha capito o gioca a far finta di niente. Forse se cedesse lo scettro del comando a Antonio Tajani, stile Grillo, potrebbe salvare il salvabile.
di Elia Fiorillo