Le farmacie “non ‘rilasciano’ un certificato, ma ‘lo mettono a disposizione della popolazione'”.
Precisato questo “sembra tutt’altro che scontata la lettura
della norma secondo cui essa sarebbe impositiva di un obbligo, a
carico di una impresa privata come la farmacia, di mettere al
servizio di chiunque e gratuitamente la propria struttura, i
propri materiali e la propria forza lavoro, sostanzialmente
senza limiti, per la stampa dei green pass”.
Cosi’ in una lunga lettera il presidente di Farmacieunite,
Franco Gariboldi Muschietti, in merito al green pass gratuito in
farmacia e “all’eco data al caso delle farmacie ‘furbette’ che
chiedevano un obolo per la stampa” del documento. La gogna “cui
sono sottoposti i colleghi presuppone – scrive Gariboldi
Muschietti – che sia certa e sicura l’interpretazione di legge
secondo cui il farmacista deve fornire ai cittadini la stampa
del green pass gratuitamente, senza se e senza ma” e fa
riferimento al principio contenuto nel Regolamento (Ue) 2021/953
secondo il quale il rilascio del green pass, a cui provvede il
ministero della Salute, e’ gratuito, “ma se un cittadino che ha
libero accesso al certificato (gratuito) si avvale di un altro
cittadino, terzo e privato, per ottenerne la disponibilita’ ,
dobbiamo davvero pensare che quest’ultimo sia obbligato a
operare sempre e comunque a proprie spese a favore del primo?”,
chiede il presidente di Farmacieunite. “L’Ue, quando ha
organizzato il sistema green pass per i cittadini dell’Unione,
ha si’ previsto che esso fosse rilasciato dagli Stati
gratuitamente, ma ha anche stanziato a loro favore i fondi
necessari per farlo”, sottolinea il presidente di Farmacieunite
evidenizando che “diverso, pero’ , e’ il caso del green pass
richiesto alla farmacia da colui che, presso la medesima, si sia
sottoposto a tampone o a vaccinazione: in questo caso la stampa
del green pass puo’ ritenersi una componente accessoria della
prestazione principale”.