La piu’ bella notte di sempre”, urla Bono dal palco dello Stadio Olimpico all’inizio della prima delle due date romane , le uniche previste in Italia per i festeggiamenti dei 30 anni dall’uscita di The Joshua Tree. La piu’ bella notte di musiva-1sempre, e lo sara’ per i 58 mila che sono arrivati da tuta Italia. “Siete fantastici, siete una famiglia”, ringrazia in italiano il cantante e in italiano provera’ a esprimersi piu’ volte durante la serata. Quello verso il pubblico romano, del resto, e’ un amore, ricambiato, di lunga data. E quando poco prima di salire sul palco, la band incontra alcuni giornalisti, privilegio riservato finora solo all’Italia, spiega che la differenza rispetto agli show tenuti in Nord America e in Europa, qui, e’ proprio “il pubblico”. I 58 mila lo sanno, e vogliono continuare a
guadagnarsi questa privilegio, vogliono stupire: sugli spalti,
durante With or without you appaiono migliaia di fogli colorati
a comporre la scritta “30” e la sagoma del Joshua Tree, l’albero
del deserto californiano che ha dato il nome al disco uscito nel
1987.
Il concerto, del resto, e’ tutto costruito attorno all’album,
pietra miliare nella storia degli U2 e della musica, suonato per
intero e con i brani nello stesso ordine in cui sono stati
pubblicati 30 anni fa, per tutta la parte centrale dello show.
Dopo l’intro, che e’ il riassunto della loro storia pre-Joshua e
che in omaggio agli inizi la band suona su un palco in mezzo al
pubblico con i maxischemi spenti e sul quale i 4 ragazzi di
Dublino arrivano senza farsi annunciare alla spicciolata: Sunday
Bloody Sunday, New Year’s Day, Bad che sfocia in Heroes di David
Bowie (e che Bono dedica all’amico Luciano Pavarotti scomparso
giusto 10 anni fa), Pride.
Quando parte Where The Streets have no names, sull’enorme
maxischermo alle spalle della band appare l’inconfondibile
sagoma del Joshua Tree, su un sanguinario sfondo rosso.
In un paio di passaggi, piu’ politici, il bersaglio e’ il
presidente degli Stati Uniti. Ma ci sono, soprattutto nei
numerosi bis, anche richiami ai diritti civili (Miss Sarajevo
nel 2017 e’ diventata Miss Syria, con un video che racconta la
storia di una bambina in un campo profughi), democrazia negata,
cambiamenti climatici, migrazioni (con un ringraziamento anche
all’Italia anche per il suo impegno nell’accoglienza ai
migranti), l’omaggio alle donne con una sfilata di foto di
figure femminili da Rosa Parks a Patti Smith, affiancate ad
Angela Merkel e Christine Lagarde.
Il finale e’ un crescendo con Beautiful Day, Elevation,
Vertigo, Ultraviolet, One, Litte Things. L’acustica
dell’Olimpico non rende giustizia al rock degli U2, ma il
pubblico balla e canta comunque a squarciagola per tutto il
concerto