Rappresentata per la prima volta al Teatro Nazionale di Roma il 10 luglio 1916, la pièce pirandelliana Pensaci, Giacomino! continua ad imporsi per attualità di contenuti ed energia della costruzione drammaturgica, orientandosi in questa edizione verso un’appassionata apologia del dialogo intergenerazionale. bravissimo Leo Gullotta che a presentato a Caserta, al Teatro Comunale, “Pensaci, Giacomino” di Luigi Pirandello per la regia di Fabio Grossi. Con Gullotta in scena, tutti bravi, Liborio Natali, Rita Abela, Federica Bern, Valentina Gristina, Gaia Lo Vecchio, Marco Guglielmi, Valerio Santi e Sergio Mascherpa. Scene e costumi di Angela Gallaro, musiche di Germano Mazzocchetti, luci di Umile Vainieri.
Maschera nuda della situazione, in un intreccio che procede per svolte improvvise, Leo Gullotta sceglie di conferire nuovo lustro ai panni usurati del professor Toti – anziano non domo dei tempi moderni, «uomo certo avanti negli anni, ma non spento, tanto egocentrico quanto anticonformista ed autentico paladino dei valori». L’intensa performance conquista favori con l’immediato contatto empatico e dona varietà di accenti all’ampia gamma di sentimenti, ai mutevoli umori di un uomo che, sulla soglia finale di un’esistenza incolore priva di gioie significative, decide di riscattarsi tramite una scommessa paradossale.
Il piano, che prevede il matrimonio con una donna molto più giovane per gabbare lo Stato, assicurandole un trattamento pensionistico a vita, si sposa a perfezione con l’urgenza di fornire un padre legale al bambino nascituro di una coppia di giovani fidanzati rinnegati dai rispettivi familiari. Aggirato il rischio della didascalia moralistica, la snella revisione forza l’impianto strutturale del testo, dilata la tradizionale dialettica pirandelliana puntando sul clima affettuoso caldeggiato dall’anziano professore nel nuovo nucleo allargato, sull’attuazione di scelte etiche responsabili come modello da tramandare in eredità.