Si e’ chiusa tra gli applausi scroscianti e ritmati in omaggio al maestro Antonio Pappano e l’Orchestra sinfonica di Santa Cecilia, presente il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, lo Spoleto Festival 2023 col tradizionale concerto a piazza Duomo. Applausi anche al mezzo soprano solista Sasha Cooke.  E’ l’ultimo atto della lunga programmazione iniziata il 23 giugno che ha visto, in questa stessa giornata, altri appuntamenti musicali e le ultime repliche del ricco programma di danza e teatro coll’impegnativo e lunghissimo ”Il male sacro” di Binazzi con la regia di Antonio Latella, l’acclamato ”Una relazione per un’accademia” da Kafka firmato da Luca Marinelli e lo stupefacente ”Ciarlatani” di Pablo Remon con
Silvio Orlando. I dati finali ufficiali parlano di 58 titoli in cartellone per 203 rappresentazioni con 26mila biglietti emessi per 675mila euro di incasso. Dopo il concerto d’apertura, annullato per la pioggia, per l’Orchestra di Santa Cecilia, qui in una compagine con tantissimi giovani, e’ stata una bella
rivincita, grazie anche al riavere sul podio l’amato Pappano,
che ne e’ stato direttore sino a ieri dal 2005 e tornato
appositamente ora da Londra, impegnandosi in un programma tutto
dedicato a Mahler e legato al tema del rapporto tra uomo e
natura, che e’ stato un po’ il filo conduttore principale di
tutto il festival 2023. Una natura panica, per il compositore
viennese, un mistero ricco di voci segrete in chi
l’inconoscibile animo umano si rispecchia.
L’inizio e’ stato affidato al suo primo ciclo liederistico,
”Lieder eines fahrenden Gesellen”, sul quale ha dimostrato le
proprie alte qualita’ vocali e una bella sensibilita’ Sasha Cooke.
Sono quasi un diario intimo di un Mahler ancora giovane, di cui
scrisse anche i testi, raccontando in quattro pezzi, nati per
voce e panoforte e poi da lui stesso orchestrati, una passione
infelice che cerca la propria consolazione immergendosi appunto
nella natura e allonatanandosi dalla societa’ . ”Abbiamo scelto
questi brani perche’ c’e’ un filo che li lega: le canzoni
contengono i temi poi sviluppati nella prima sinfonia”, spiega
Pappano. Quindi, ad avvincere il pubblico e dare bella
sonorita’ allo spazio artistico circostante, con la facciata
incombente del Duomo, sono arrivate le note appunto de Il
Titano, come e’ chimata questa sua prima sua ampia sinfonia, un
tipo di composizione che caratterizzera’ poi tutta la ricca
carriera di Mahler, nonostante sia stato un fiasco alla prima
ungherse nel 1889, dopo la quale taglio’ un intero moviumento e
rivide altre cose. Al suono della natura e’ dedicato la prima
parte, con il ”la’ ” degli archi che ci introduce in un bosco
col sole che filtra tremolante tra i rami, come disse lo stesso
autore. Nella sinfonia sono rivisitati motivi popolari che
contriburono all’insuccesso inziale sconcertando il pubblico
dell’epoca e connotano il valore sperimentale delle quattro
parti della grandiosa composizione oggi proprio per queste sue
sonorita’ molto amata. Basti pensare all’ultimo movimento con la
nota melodia di ”Fra Martino” resa funebre e grottesca dal
cambio di tonalita’ per accompagnare il cammino di tutti gli
animali lieti ma anche un poco tristi al funerale del
cacciatore.
Subito finito il concerto con due bis, e’ stato consegnato,
presenti Pappano e il sindaco di Spoleto Andrea Sisti, il Premio
Carla Fendi dalla presidente dell’omonima Fondazione Maria
Teresa Venturini Fendi a Andrea Patassa, spoletino selezionato
tra 22.500 candidati come astronauta riservista dalla European
Space Agency. Un finale di Festival come sempre in nome
della grande musica ”spettacolare” come voluto sin dall’inizio
della manifestazione dal suo ideatore Giancarlo Menotti e oggi,
alla sessantaseiesima edizione, guidata da Monique Veaute.