Il 10 Febbraio si commemora la memoria delle oltre 15.000 vittime delle foibe e l’esodo di 350.000 Italiani costretti a fuggire da Istria, Fiume e dalla Dalmazia
“Tutte le giornate del ricordo servono a fare esercizio di memoria ed a riflettere affinché genocidi, epurazioni o tragedie di ogni genere in danno al popolo inerme, non abbiano mai più ad accadere. E’ compito della storia riconoscere gli errori e alle istituzioni mantenere viva la memoria di quanto accaduto, nel caso delle foibe, nell’immediato dopoguerra”. E’ il commento del sindaco Ludovico De Luca in occasione della “Giornata del Ricordo”, che ricorre il 10 Febbraio e che si celebra in memoria delle oltre 15.000 vittime delle foibe e dell’esodo di 350.000 Italiani costretti a fuggire dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia, a causa delle vicende della 2^ Guerra mondiale e della situazione al confine nord-orientale dell’Italia.
Fino a pochi anni fa quasi nulla si sapeva sulla tragedia delle foibe, le cavità carsiche con ingresso a strapiombo, nelle quali, dai partigiani del maresciallo Tito, furono gettati vivi e morti migliaia di Italiani. Poco si sapeva sull’esodo degli Italiani da Istria, Fiume e Dalmazia, costretti a fuggire perché il regime comunista aveva posto in atto un disegno di genocidio, condotto senza distinzioni politiche, razziali e sociali o di sesso ed età. Con legge 30 marzo 2004, n° 92 è stata sancita la “Istituzione del “Giorno del Ricordo” in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati.”
“Da pochi anni è iniziata l’elaborazione di una delle pagine più angoscianti della nostra storia, che purtroppo si presta ancora tante strumentalizzazioni.- ricorda l’assessore alla Cultura, Valentina Biancaccio- Penso che sia una ferita ancora aperta perché, ignorata per anni ed anni. Invece di fomentare conflitti ideologici, il nostro compito è quello di ricostruire la verità storica, far ricordare quanto accaduto, che paradossalmente è ancora attualissimo in altre parti del mondo dove si consumano genocidi ed esodi di intere popolazioni”.
Angela Fabozzi
Giornalista, esperta di Comunicazione