“Giornate come questa hanno la leggerezza che ci piace regalare, visto che la situazione è già tanto pesante. Qui all’ospedale Monaldi hanno organizzato una cosa molto emozionante e allo stesso tempo molto divertente: con una sorta di interattività, si sono messi in gioco i medici e gli stessi pazienti, affidandoci i loro pensieri”. Il comico Ross spiega così la partecipazione sua e del collega Gigi alla festa di Carnevale organizzata presso l’ospedale napoletano: un’occasione per illustrare i risultati del Progetto S.O.R.R.I.S.O. (Servizio di Ospedalizzazione e Riabilitazione attraverso una Rete Integrata per il Sostegno Oncologico) e del Progetto Benessere, due iniziative organizzate presso la Uoc di Oncologia coniugando eccellenza clinica e approccio umano e integrato al paziente e alle cure. Il pomeriggio ha offerto momenti emozionanti tra cui la sfilata in maschera dei pazienti, simbolo delle difficoltà, ma anche delle speranze e del coraggio con cui affrontano ogni giorno la malattia. Una sfilata fortemente voluta dagli stessi malati che è stata accompagnata simbolicamente dal suono delle campanelle realizzate ad Agnone, in Molise, nella storica fonderia pontificia. Un suono di rinascita che, solitamente, accompagna la fine delle terapie. “Il rapporto diretto – spiega Ross – è bellissimo, noi lo
abbiamo già fatto in un cortometraggio che si chiama ‘Amici per
la pelle’, ideato da Paolo Ascierto, in cui si parla di due
ragazzi, interpretati da noi, malati di melanoma che fanno un
percorso di cure che portaranno uno a farcela, l’altro no. E’
molto giusto partecipare a eventi negli ospedali dove il lavoro
dei medici è fortissimo, ma si vivono esperienze che vanno anche
raccontate, perché più se ne parla è meno malati restano soli.
Bisogna far passare il timore di parlare e raccontarsi”.
L’evento è stato arricchito dalla musica del maestro Carlo
Morelli e della sua band, che ha regalato momenti di emozione.
L’evento è stato organizzato dal direttore dell’Oncologia del
Monaldi, Vincenzo Montesarchio, che sottolinea come “l’oncologia
è fatta di pazienti estremamente sensibili. Oggi il cancro si
cura in buona percentuale dei casi, si guarisce in tantissimi
casi. Ma c’è un altro lato della medaglia, il malato oltre la
malattia, sotto l’aspetto psicologico, dal dramma della diagnosi
al percorso delle indagini, al ricorrere all’ospedale in
continuazione per mesi o per anni. Tutto questo fa parte di un
bagaglio culturale che pure noi medici dobbiamo in qualche modo
approfondire e dobbiamo porci il problema. La sfilata in maschera
di oggi significa questo, dietro ogni maschera c’è un paziente e
dietro a quella maschera ci sono sentimenti, ci sono problemi, ci
sono drammi e paure ma c’è anche tanto sorriso che noi altri
dobbiamo in qualche modo portare”.
