Italiani meno propensi a ricorrere al giudice per decretare la fine del loro matrimonio, mentre crescono le coppie che preferiscono che sia il Comune a sciogliere il loro vincolo. Nel giorno in cui entra in vigore il divorzio breve, il ministro della Giustizia Andrea Orlando presenta i risultati di un monitoraggio sull’impatto della riforma approvata l’anno scorso per deflazionare il carico delle cause civili. Dai dati di 15 tribunali (10 scelti a campione piu’ cinque di grandi citta’) emerge non solo che davanti ai giudici si litiga di meno (tutte le nuove cause civili sono in calo del 20%), ma che la flessione piu’ importante, pari al 30% rispetto all’anno scorso, riguarda divorzi e separazioni. “La febbre del sistema e’ scesa in modo consistente” esulta Orlando: se le cause civili in entrata dovessero fermarsi a 4 milioni , considerato che “il sistema giudiziario e’ in grado di smaltirne cinque milioni l’anno”, l’arretrato potrebbe essere abbattuto
nel giro di “tre-quattro anni”, e’ la sua previsione. Genova, Milano, Napoli, Palermo e Roma sono le grandi citta’
prese in esame, assieme a Bari, Bergamo, Campobasso, Firenze, Latina ,Livorno, Marsala, Reggio Calabria, Torino e Torre Annunziata. Le punte massime del calo di iscrizioni di separazioni e divorzi davanti ai giudici si registrano a
Campobasso (-61,5%) e Roma (-55,6%), seguite da Torino (-34,1%) e Palermo (-31,5%).In controtendenza solo Milano (+4,2%), Marsala (+7,7%) e soprattutto Torre Annunziata (+40,9%). Da ottobre dell’anno scorso ad aprile invece le negoziazioni assistite in materia di divorzi e separazioni (la gran parte delle quali avvengono davanti all’ufficiale di stato civile dei Comuni) sono state 1.092. In questo caso piu’ che il numero a colpire e’ la crescita esponenziale: a gennaio di quest’anno erano 78 e sono balzate a 413 ad aprile. A ricorrervi sono soprattutto le coppie senza figli (61%) a fronte del 39% costituito dai coniugi con prole. Dati che fanno parlare Orlando di un “successo” e di una “riduzione drastica” del complesso delle cause civili in ingresso, a dimostrazione che le norme pensate per deflazionarela giustizia civile “funzionano”: “in questo modo il sistema e’ in grado di affrontare l’arretrato e anche di assicurare dei tempi piu’ rapidi di definizione della cause “, a beneficio della stessa “competitivita'” del Paese. Il ministro non nasconde che oltre alle misure adottate un peso nella diminuzione del contenzioso potrebbe averla avuta anche la crisi (“ma c’era anche negli anni scorsi”). Ma e’ comunque intenzionato ad andare avanti su questa strada: dice che ora e’ possibile definire un “piano di smaltimento straordinario” dell’arretrato, ricorda l’arrivo di 250 neo-laureati negli uffici giudiziari che presenteranno progetti specifici e annuncia lo stanziamento di
10 milioni di euro a favore degli sgravi per gli arbitrati.