“Tagliare 208 prestazioni significa togliere ai medici la possibilità di diagnosticare in tempi rapidi e ai cittadini la possibilità di curarsi. Ritengo che non si possano operare sforbiciate che ledono il principio stesso della prevenzione, flora 1che tanto fa risparmiare al Servizio sanitario nazionale. A ciò, si aggiunga che la stretta sulle prescrizioni incide profondamente sul rapporto tra medici e pazienti, generando frustrazione nei primi e sfiducia nei secondi”.
Questo il commento di Flora Beneduce (FI), consigliere regionale e componente della commissione Sanità e sicurezza sociale, che si dice profondamente contraria al testo in esame.
“L’appropriatezza prescrittiva non può prescindere dal contesto e dall’anamnesi medica – conclude Flora Beneduce, componente dell’Ufficio di Presidenza -. Sarebbero inappropriate le prescrizioni di tac e risonanze magnetiche, le analisi per la ricerca delle glicoproteine, i test di aggregazione piastrinica, le analisi di trombocitemia, quelle per prevenire l’osteoporosi, gli screening allergici e tanti altri. Mi domando allora se vale la pena questo svilimento della figura del medico, ma soprattutto mi domando se i costi in termini di vite umane potranno compensare la ricerca di un equilibrio di cassa assolutamente disumano”.