Astice alla polenta oscura, esplosione di energia e materia, consomme’ gravitazionale: sono i piatti di
un originale menu’, serviti al museo Maxxi di Roma per l’evento
‘Il gusto dell’Universo. Storia cosmica in tre portate’, un
dialogo a cavallo fra fisica e alta cucina fra la chef stellata
Cristina Bowerman e il presidente dell’Istituto Nazionale di
Fisica Nucleare (Infn) Fernando Ferroni, il tutto condito
dall’ironia di Neri Marcore’. L’incontro e’ organizzato per la
mostra ‘Gravity. Immaginare l’Universo dopo Einstein’.
“La divulgazione scientifica – ha spiegato all’ANSA Ferroni –
e’ un atto creativo, un gioco e in questo ci sono similitudini
tra fisica e cucina”. Per Neri Marcore’ “anche tra i fornelli,
infatti, si puo’ passare dall’ordine al disordine”. Accompagnati
da immagini e animazioni, la chef e il fisico s’interrogano
sull’origine dell’universo, partendo da sfere di meringhe
congelate in azoto liquido e fatte a pezzi per rimandare al Big
Bang, atto di nascita del cosmo. Sulla natura sfuggente della
materia oscura di cui e’ fatto circa un quarto del cosmo,
prendendo spunto dal nero di seppia col quale condire l’astice.
E sulle onde gravitazionali che stanno permettendo agli studiosi
di guardare l’universo con occhi nuovi, all’indomani della prima
osservazione nel 2015, un secolo dopo la predizione di Einstein.
“Conosciamo solo il 4% circa dell’universo, il resto ancora ci
sfugge. Una delle nostre sfide – ha spiegato Ferroni – e’
sfondare questo muro del 4%. Non sappiamo ancora come farlo e
questo rende piu’ entusiasmante fare fisica oggi. Inoltre – ha
aggiunto – grazie alla scoperta delle onde gravitazionali
abbiamo ora un messaggero in piu’ per studiare l’universo. E lo
faremo con nuovi strumenti sempre piu’ sensibili, come l’Einstein
Telescope (Et) che – ha concluso – stiamo provando a portare in
Italia, in una miniera dismessa della Sardegna”.