il 10 maggio 1998 ai granata di Delio Rossi basto’ uno 0-0 in casa con il Venezia per conquistare
l’aritmetica promozione con cinque giornate d’anticipo; oggi il
3-0 di Pescara ha garantito il salto di categoria alla
formazione di Fabrizio Castori che ha chiuso la stagione al
secondo posto, alle spalle dell’Empoli. All’epoca, in una calda
domenica primaverile, Salerno festeggio’ in tono minore la
promozione a causa della tragica alluvione che pochi giorni
prima aveva colpito la citta’ di Sarno; oggi a rendere meno dolce
il trionfo e’ la pandemia che ancora imperversa sul Paese e che
ha costretto il calcio a giocare in stadi deserti.
Ma nonostante gli spalti vuoti la Salernitana ha saputo
esaltarsi. A Salerno in tanti attribuiscono i meriti di questa
promozione soprattutto al tecnico Castori, che dopo essersi
negativizzato dal Covid (la conferma del doppio tampone negativo
e’ arrivata ieri mattina) ha festeggiato nel migliore dei modi il
traguardo delle 500 panchine in serie B. L’allenatore
marchigiano, infatti, e’ riuscito a ripetere l’impresa centrata
nel 2015 a Carpi, costruendo un gruppo di ferro, capace di
superare ogni limite con cuore, determinazione e forza di
volonta’ . Trascinata dai gol di Tutino, Djuric e Gondo, dalle
parate di Belec e dalla solidita’ difensiva di un reparto che si
e’ rivelato tra i meno perforati della cadetteria, la Salernitana
e’ riuscita a battere anche l’agguerrita concorrenza del Monza,
corazzata allestita da Silvio Berlusconi e Adriano Galliani.
Frutto di un lavoro meticoloso, iniziato ad agosto nel ritiro
di Sarnano mentre a Salerno soffiava forte il vento della
contestazione contro Claudio Lotito e Marco Mezzaroma. Ai
co-proprietari del club la tifoseria imputava la mancata
qualificazione ai play-off sotto la guida di Gian Piero Ventura,
ritenendo lo strumento della multiproprieta’ “un freno a mano per
le ambizioni della citta’ “. Lotito, che e’ anche presidente della
Lazio, nel 2011 aderi’ insieme al cognato Mezzaroma ad una
manifestazione d’interesse indetta dal Comune di Salerno per far
rinascere il calcio dopo il fallimento della precedente societa’ .
Ripartendo dalla serie D con colori sociali (blaugrana) e
denominazione differente (Salerno Calcio), la Salernitana era
riuscita ad arrivare in serie B in quattro anni. L’ultimo passo
per completare la scalata, pero’ , si era rivelato piu’ difficile
del previsto. Ma ora che il sogno e’ diventato realta’ , il nodo
della multiproprieta’ (bocciato anche dal Consiglio Federale)
dovra’ essere necessariamente sciolto: l’articolo 16 bis delle
Noif, le norme federali, non consente a un imprenditore di avere
due societa’ nella stessa categoria. Problema che Lotito non
potra’ bypassare nemmeno cedendo le sue quote a Mezzaroma, in
quanto il vincolo e’ esteso fino al quarto grado di parentela. Da
domani, dunque, iniziera’ una nuova partita per trovare una nuova
proprieta’ o comunque una soluzione al problema. Ma, intanto,
Salerno puo’ godersi la festa per il coronamento d’un sogno lungo
23 anni…