A cura di Teresa Lucianelli: Sabato 28 settembre, sulla spiaggia di Fornillo torna la Festa del Pesce, un evento unico, tutto da vivere e da gioire!
Per il famoso beach party che inizia al calar del sole e si conclude a notte fonda, anche stavolta ricco menù di mare con le specialità del territorio, tra cui: totani con tubetti e con patate, frittura di paranza, granita di limoni della Costiera e deliziosi babà. Musica con Jodi Phillis, A’ Paranza do Tramuntano, immancabili i Sonacore, dance col dj LILL8. Infine spettacolare incendio della Torre con i magnifici fuochi pirotecnici.
Positano. Sedici giorni alla “Festa del Pesce”, alla sua XXVIII edizione, immancabile evento positanese che ormai appartiene alla storia del territorio.
L’atteso appuntamento è infatti per il prossimo sabato 28 settembre alle ore 17, ovviamente sulla spettacolare e romanticissima spiaggia di Fornillo, cinta dalle due antichissime torri, e tra queste la Clavel che verrà ancora una volta “incendiata” con gli spettacolari fuochi d’artificio a fine serata. Eletta tra le più belle spiagge del Pianeta, sarà ancora una volta la location ideale per questa manifestazione, per molti la più coinvolgente che si svolga in Costiera.
Il programma della “Festa del pesce” partirà alle ore 17, con il solito prologo nel centro di Positano, da Piazza dei Mulini: lì il gruppo di musica popolare “A Paranza do Tramuntano” accompagnerà i partecipanti – turisti italiani e stranieri, abitanti del posto e dei dintorni, visitatori dalla Campania e regioni confinanti, ecc, tutti animati dal desiderio di passare una serata diversa, all’insegna dell’allegria, del gusto territoriale, della musica, tra canti e balli popolari e non sulla spiaggia – fino al molo della Spiaggia Grande, dove saranno accolti con un buon bicchiere di sangria. Poi, l’imbarco sulle navette, alla volta della Spiaggia di Fornillo, tra gli angli più suggestivi del Mediterraneo.
La passeggiata via mare è davvero stupenda e il panorama che si gode, unico al Mondo. Imperdibile! Per chi preferisce andare a piedi, c’è la stradina pedonale, comunque suggestiva, scavata nella roccia, da dove è possibile anche scattate delle splendide foto.
Questa rappresenta, tra l’altro, l’unica occasione dell’Estate per vedere la caratteristica spiaggia illuminata a festa e sgombra da sedie e ombrelloni, trasformata in una gigantesca sala da festa a cielo aperto, dove si mangerà, si brinderà e si ballerà fino a notte, in attesa del coinvolgente spettacolo dell’ ”Incendio della Torre” che ogni anno chiude la manifestazione.
Il menu è tipicamente positanese, come vuole la migliore tradizione: le gustose pietanze verranno distribuite nei vari stands, dove il personale affabile ed efficiente, sarà a disposizione dell’esercito dei buongustai.
Ci saranno nel menu: tubetti e totani, pasta al profumo di alici, frittura di paranza calda calda e preparata al momento, totani e patate, e pure il kebab di polpo inserito negli ultimi anni. Poi, la granita di limone autentica: a base dei dolcissimi e apprezzatissimi agrumi locali e il babà al limoncello.
Per quanto riguarda la parte spettacolo, sul palco si alterneranno i vari artisti: la cantante australiana Jodi Phillis, in questi giorni a Positano, che presenterà alcuni suoi brani e tra questi uni in particolare, dedicato a Vali Myers. Quindi, sarà la volta dei Sonacore con il ritmo popolare. Infine, la dance del DJ LILL8 che faranno sicuramente scatenare i presenti. La gran chiusura è prevista verso le 23.30, appunto con i famosi Fuochi dalla Torre, che simuleranno in maniera davvero suggestiva l’incendio saraceno, con le altissime fiamme, ricordando i tanti svenuti in un lontano passato, quando i Mori arrivavano a bordo delle loro imbarcazioni e mettevano a ferro e fuoco Positano.
“Con grande soddisfazione possiamo dire che il gruppo di volontari che lavora per rendere questo evento grandioso, diventa ogni anno più grande e la macchina organizzativa anche stavolta è in pieno movimento, pronta ad accogliere alla grande il pubblico – afferma con motivato orgoglio l’infaticabile Paolo Marrone, deus ex machina della Festa e dei Sonacore, che l’ha portata ai fasti attuali; al suo fianco, l’altrettanto operativo Daniele Esposito “il guardiano della Torre”, tra i veterani del gruppo dei fondatori della pittoresca manifestazione.
“Positano risponde alla grande e tutti vogliono dare una mano in nome di quella solidarietà che deve nascere prima tra di noi per poi contaminare gli altri. La spiaggia di Fornillo è la nostra Arcadia e per lei e con lei che tutto avviene” – aggiunge Paolo Marrone.
Va aggiunto che dal giorno precedente, il pubblico potrà partecipare a uno stage di pulitura del pesce, affiancando gli organizzatori mentre “scapizziano” alici, tagliano calamari e squamano triglie sulla banchina della torre di Fornillo, così da vivere da vicino, “dietro le quinte” l’atmosfera della Festa.
Suggestiva anche la leggenda legata alla Spiaggia di Fornillo. Si narra infatti che tanti secoli addietro, in un giorno di inizi Autunno, Ulisse, dopo essersi salvato dal canto ammaliatore delle sirene dell’isola de Li Galli, decidesse di fare rotta verso la vicina spiaggia di Fornillo alla ricerca di un poco di riposo per sé e i suoi marinai. Mentre era in viaggio alla volta di Fornillo, incrociò la barca di un pescatore, che portava il pesce appena pescato sulla terraferma. Man mani che si avvicinava alla spiaggia, intravide sempre più nitidi degli strani fuochi e udì l’eco di armoniose musiche sconosciute. Fu quando sbarcò che poté rendersi conto che quei fuochi erano braci su cui venivano arrostiti pesci, e le melodie provenivano dai tamburi e dai cembali che un gruppo di musici suonava con raro impegno, mentre aggraziate fanciulle danzavano, e c’erano giocolieri, trampolieri e cantastorie, e grandi otri con vino e miele che veniva distribuito ai partecipanti a questa magnifica festa, mentre le donne preparavano da mangiare pietanze gustose e odorose di buono, in calderoni neri fumanti che venivano poi offerti a tutti.
Fu il vecchio Benito a spiegare a Ulisse che che non appena gli abitanti del luogo avevano avvistato la sua nave, subito erano corsi giù in spiaggia a preparare degna accoglienza per gli stranieri in arrivo, pur senza sapere chi fosse, perché per loro l’ospitalità era sacra e il forestiero era considerato una ricchezza, in quanto portatore di pensieri e di nuove esperienze. Sulla spiaggia c’erano pure tanti giovani e Benito aggiunse con saggezza che questa antica consuetudine sarebbe stata tramandata a loro, con la speranza che in futuro altri volti e altre voci sul quel lido potessero tramandare e laddove si fosse perduta, potessero riscoprire questa tradizione e fare rivivere l’antico spirito dell’ospitalità de popolo positanese.