Quasi 14 milioni di over 65, oltre 2 milioni sopra gli 85 anni, più di 15mila ultracentenari C’è chi accudisce i nipoti, chi ancora lavora. Ma sono vittime di violenza e indifferenza.
Oggi è la loro festa, il resto dell’anno sono dimenticati Nonni forza del Paese, che li ripaga maltrattandoli causa del progressivo aumento dell’aspettativa di vita, fenomeno che ci rende il secondo Paese più longevo al mondo dopo il Giappone, in Italia i nonni non solo non d mancano, ma il loro numero è in continua crescita. Oggi è la loro festa I nonni sono la forza dell’Italia che li ripaga maltrattandoli Quasi 14 milioni di over 65, oltre 2 milioni sopra gli 85 anni, più di 15mila ultracentenari C’è chi accudisce i nipoti, chi ancora lavora. Ma sono vittime di violenza e indifferenza segue dalla prima .Al primo gennaio 2019 gli over 65 sono 13,8 milioni a fronte di una popolazione totale di 60 milioni e 391 mila residenti. Di questi gli ultra 85enni sono ben 2,2 milioni e gli ultracentenari più di 15 mila. Gli anziani non si limitano a lievitare di quantità, bensì cambiano atteggiamenti e abitudini di pari passo con l’evolversi dei tempi. Oggi essi si iscrivono all’università, sanno adoperare smartphone e tablet, chattano, utilizzano i social network, praticano sport, viaggiano, si innamorano, fanno l’amore, si sposano, divorziano, vanno a ballare e conducono spesso un’intensa vita sociale, tanto che i 65-74enni ormai non sono più considerati “vecchi” come una volta, bensì sono chiamati dai geriatri “tardo-adultì”. Ciò che non è mutato nel corso dei lustri è l’amore che i genitori di babbo e mamma impiega no nel dedicarsi ai nipoti, m base ai dati Istat del 2016 1’86% dei bimbi e dei ragazzi (fino ai 13 anni) del Belpaese è accudito dai nonni, inoltre risulta che 1’80% di quelli che se ne prendono cura non è ancora andato in pensione. Dunque, sovente gli avi sfacchinano fuori casa e inoltre provvedono ai pargoletti altrui una volta rincasati. Il fondamentale sostegno che essi forniscono è pure di tipo economico.Siamo noi, purtroppo, a non occuparci a sufficienza delle persone più grandi del nucleo familiare. Ce ne ricordiamo soltanto quando ci tornano utili, ossia allorché possiamo affidare loro la prole risparmiando sulle spese altrimenti necessarie di baby-sitter, asilo o doposcuola. Tuttavia, una volta l’anno, ossia il 2 ottobre, celebriamo i nonni in tutto il globo. Abbiamo sentito l’esigenza di fissa re una ricorrenza nel calendario per ricordarci di coloro dei quali ci dimentichiamo troppo facilmente. Secondo l’Oms, circa una su sei persone anziane (età superiore ai 60 anni), ossia 141 milioni di individui, ha subito forme di abuso nella comunità in cui vive nel corso del 2017. Si tratta di riscontri destinati a diventare sempre più allarmanti proprio per il fenomeno dell’invecchiamento progressivo nonché per i limiti nelle risorse volte a soddisfare i bisogni di queste fasce della popolazione, arrivando a 320 milioni di vittime entro il 2050.1 tassi di vessazioni sono alti negli istituti come ospedali, case di cura e strutture di assistenza a lungo termine. Codeste violenze possono portare sia a lesioni quali graffi, lividi, ossa rotte, ferite invalidanti, che possono condurre persinò alla morte, sia a conseguenze di tipo psicologico. L’Oms classifica l’abuso come un atto singolo o ripetuto che si verifica all’interno di qualsiasi relazione in cui vi è un’aspettativa di fiducia tradita che provoca danni o angoscia a un soggetto anziano. Esso include: restrizioni fisiche sui pazienti, privazione della dignità, imposizione di esecuzione di faccende quotidiane, assistenza intenzionalmente insufficiente, trascuratezza, mancata somministrazione di farmaci, abuso emotivo.