La crisi continua a fare macerie dietro di se’ in Italia. Nei sei anni tra il suo inizio, nel 2008, e lo scorso anno, secondo i dati Eurostat il numero di persone a rischio poverta’ ed esclusione sociale ha continuato a salire, superando i 17 milioni, pari al 28,1% della popolazione totale. Vuol dire che ormai ben oltre un italiano su quattro si trova in una situazione di difficolta’. Si tratta di un aumento, rispetto ai 15,1 milioni pre-crisi, di 2,8 punti percentuali, tra i piu’ cospicui nell’Ue. L’Italia ha infatti il non invidiabile primato di essere nel gruppo delle ‘maglie nere’ europee per l’aumento del numero di piu’ vulnerabili, sesti su 28. I Paesi in cui con la crisi sono aumentati i poveri ancor piu’ che in Italia sono la Grecia, con una crescita verticale di quasi 8 punti passando dal 28,1% al 36%, a seguire la Spagna (+4,7 punti), Cipro (+4,1), Malta (+3,7) e l’Ungheria (+2,9). I paesi in cui in assoluto il tasso di poverta’ e’ maggiore restano pero’ la Romania (40,2%) e la Bulgaria (40,1%), seguite dalla Grecia. L’Italia e’ invece settima sui 28 per numero di persone a rischio poverta’. E’ scivolata di due posizioni rispetto al 2008, quando con 15,1 milioni pari al 25,3% della popolazione si trovava in una gia’ non encomiabile nona posizione. In sei anni, le persone che vivono in famiglie a basso reddito sono aumentate dal 18,7% al 19,6%, quelle che soffrono di forti privazioni materiali sono salite dal 7,5% all’11,5%, mentre quelle che ritrovano in una situazione familiare a bassa intensita’ di lavoro sono passate dal 9,8% al 12%. A fronte di Repubblica ceca (14,8%), Svezia (16,9%), Olanda (17,1%), Finlandia (17,3%) e Danimarca (17,8%) che hanno il minor numero di abitanti a rischio, e dei miglioramenti registrati in Polonia (-5,8 punti), Romania (-4) e Slovacchia (-2), nel complesso, pero’, nell’Ue dall’inizio della crisi sino al 2014 il numero di persone in difficolta’ e’ salito dal 23,8% al 24,4%. E l’Italia, pur essendo gia’ sopra la media Ue nel 2008, con il suo attuale 28,1% aumenta ancora di piu’ il suo divario