“Questa è una mostra-pensiero, dedicata al pensiero e alla parola, la parola che diventa suono. Non è celebrativa ma racconta un percorso di vita, di suono e di ricerca della musica, non ci sono foto personali, familiari. E’ un evento rispetto alla mia musica, al percorso che ho fatto di ‘disamericanizzazione del linguaggio'”. Così Enzo Avitabile all’ANSA in occasione dell’inaugurazione della mostra “Enzo70” nella Chiesa di San Severo al Pendino a Napoli, fino al 12 maggio, per i suoi 70 anni e per i 50 anni di musica, incontri, ricerca e contaminazione raccontati con un’esposizione che
raccoglie opere di artisti che hanno dato vita alle copertine dei suoi album. E con le voci di personaggi del mondo della cultura, del cinema, della musica e del teatro napoletano che rileggono i suoi testi. “E’ solo una tappa del mio percorso – aggiunge Avitabile – Se il Signore mi da’ la salute continuo, dipende molto dallo stato di salute. Finché starò bene andrò avanti”. E, rispondendo ad una domanda sulla ‘sua’ musica, dice: “La musica non si descrive, si ascolta soltanto”. Napoli quanto conta? “Napoli è la mia città. La vivo ogni giorno, è il mio habitat”. E a Napoli il 29 giugno prossimo, in Piazza del Gesù, Avitabile festeggerà in un concerto con altri artisti. “Noi siamo riconoscibili – ha poi detto parlando ai visitatori – quando ci affidiamo alla nostra traccia originale, che è la musica della
Grecia. Tempo fa ho scelto la strada di utilizzare un dialetto
che sia anche riconoscibile e contemporaneo, meno retorico, meno
di effetto per trattare i disagi e le sofferenze dei popoli della
terra. In una logica di scambio culturale”.
